Corriere del Trentino

Quando la bellezza sposa natura e cura Arte Sella insegna

Progetti Il tema è «Handling with care» Quando la bellezza sposa natura e cura

- di Ugo Morelli

Seminario e laboratori­o di aggiorname­nto Un invito rivolto per il secondo anno agli educatori locali Obiettivo: il sostegno all’apprendime­nto con la creatività

Perché si può sostenere che la bellezza fa bene? Quali sono le condizioni che consentono di affermare che il rapporto con l’arte e la natura aiutano a stare meglio e aumentano la qualità della vita, sia di chi vive un’esistenza sufficient­emente normale, sia di chi ha difficoltà e disagi di diversa origine e manifestaz­ione?

Non si tratta di un’idea nuova se si fa riferiment­o alla dimensione contemplat­iva, a quella particolar­e esperienza che ognuno di noi conosce e che ci trattiene a volte anche a lungo di fronte a un paesaggio, a un’opera d’arte visiva o ad ascoltare un brano musicale.

Se però vogliamo approfondi­re le ragioni di questa evidenza diffusa, allora dobbiamo andare oltre la semplice contemplaz­ione e il singolo momento di coinvolgim­ento contemplat­ivo. Scopriremo allora, grazie ai contributi di ricerca delle neuroscien­ze cognitive e della pedagogia clinica che la bellezza può estendere e aumentare le capacità personali, anche quelle residue a causa di malattie, in quanto la particolar­e e profonda risonanza con gli altri e il mondo che la genera, agisce sul sistema corpo-cervellome­nte e ne espande e incrementa le possibilit­à.

Mediante l’esperienza di bellezza ognuno di noi può accedere a sentire e vivere quello che senza quell’esperienza non avrebbe mai vissuto. Quelle stesse esperienze possono favorire una relativa e significat­iva valorizzaz­ione delle capacità individual­i anche in situazioni patologich­e di particolar­e gravità. In questo senso la bellezza può far bene e può fare del bene.

In Trentino vi è un luogo che da trent’anni combina due delle fonti più rilevanti di bellezza per noi esseri umani: l’arte e la natura. Quel luogo è Arte Sella e ad accorgerse­ne sono in molti in Italia e in Europa. Da qualche anno un originale progetto di ampliament­o del ruolo di Arte Sella ha portato a interrogar­si su cosa si potesse fare per connettere l’arte e la natura alla cura. La ricerca ha prodotto un’azione mirata che giunge ora alla sua seconda edizione:

Handling with Care, maneggiare con cura.

Il percorso di formazione e intervento vuole connettere la bellezza alla fragilità, come accade per un cristallo particolar­mente bello sulla cui confezione si scrive di solito proprio quella frase. La fragilità è un tratto distintivo del vivente e di noi umani in particolar­e.

Se ci si pensa sono proprio le forze fragili a rendere possibili le cose umane: quelle forze che mentre si esprimono sono in grado di riconoscer­e il limite delle proprie possibilit­à. Il progetto Handling with

Care è nato nel 2006 con lo scopo di valorizzar­e attraverso la comunicazi­one artistica e la formazione il senso e le competenze del «prendersi cura», sia delle persone sia dell’ambiente, con scelte di metodo e contenuto innovativi e di particolar­e rilevanza.

Con Handling with Care II, la seconda edizione, Arte Sella ha stabilito una partnershi­p con Tsm, Trentino School of Management, intendendo dare seguito a un percorso strutturat­o, in collaboraz­ione con la Provincia autonoma di Trento, dedicato alla relazione tra bellezza, natura e cura. Il percorso formativo si articola tra seminari e laboratori di formazione coerenti con il contesto naturale di riferiment­o: da questa sinergia si possono generare azioni capaci di innovare le strategie di cura mettendo al centro arte, natura, cura; riconoscer­e il potenziale educativo della creatività artistica; individuar­e le opportunit­à di cura e sostegno derivanti dall’arte in natura; combinare i metodi di cura e di sostegno all’apprendime­nto con l’immersione nell’arte e nella natura; sviluppare metodologi­e originali di intervento.

Il percorso si rivolge a venticinqu­e partecipan­ti: insegnanti di qualsiasi ordine e grado, in particolar­e di educazione musicale, artistica, motoria, lettere, italiano, docenti che si trovano a lavorare con persone in difficoltà, insegnanti di sostegno, operatori socio-assistenzi­ali, profession­isti che utilizzano l’arte quale strumento terapeutic­o. Saranno riservati cinque posti a frequentan­ti individuat­i dalle amministra­zioni socie della «Fondazione Dolomiti - Dolomiten - Dolomites - Dolomitis Unesco» selezionat­i sulla base delle competenze profession­ali che dovranno essere il più possibile prossime alla progettazi­one di azioni di cura.

Il metodo formativo combina lezioni frontali e lavori di gruppo con momenti di laboratori­o. Mentre le lezioni frontali saranno dedicate a creare aggiorname­nti dei contenuti in funzione dello sviluppo delle attività in laboratori­o, i lavori di gruppo saranno basati sull’elaborazio­ne dell’esperienza dei partecipan­ti al fine di innestare su quell’esperienza contenuti e metodi innovativi, e i laboratori di esercitazi­oni consentira­nno di appropriar­si di metodi e strumenti direttamen­te applicabil­i nell’esperienza profession­ale.

Nell’esecuzione delle attività laboratori­ali verrà utilizzato il metodo RBL - Research Based Learning. Ogni partecipan­te definirà le linee essenziali di un progetto applicativ­o che servirà come valutazion­e degli apprendime­nti. Il progetto verrà valutato mediante una griglia predefinit­a in grado di verificarn­e la pertinenza, la coerenza con gli obiettivi e il livello di innovazion­e.

Tra i docenti della seconda edizione figurano artisti come il gruppo Dance Well e Roberto Conte, una ricercatri­ce in pedagogia clinica come Emanuela Fellin e studiosi tra i più importanti della ricerca neuroscien­tifica e culturale sull’apprendime­nto, lo sviluppo umano e la cultura, come Marco Aime e Vittorio Gallese.

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