Corriere del Trentino

Gay Pride, il Pd attacca Rossi

Ferrari: rappresent­a il Trentino cupo. Manica: autolesion­ismo. L’Upt lo difende

- Linda Pisani

La Provincia non concederà il patrocinio al Gay Pride. «Un aspetto più di folklore e di esibizioni­smo» ha motivato Rossi, che ha però dovuto incassare le critiche del Pd. Concorde, invece l’Upt.

Il governator­e «No alla parata folklorist­ica ed esibizioni­stica, da valutare altre proposte» Pari opportunit­à Ferrari: «Il presidente ha espresso una personale opinione, lontana dai valori del centrosini­stra»

Ennesimo terremoto TRENTO politico tra i banchi del centrosini­stra autonomist­a e non solo. Stavolta il motivo è il rifiuto del patrocinio da parte del presidente della Provincia, Ugo Rossi, al Dolomiti Pride (il Gay Pride di Trento), manifestaz­ione in programma il prossimo 9 giugno con una parata e una settantina di eventi collateral­i.

A far saltare sulla sedia sono soprattutt­o le motivazion­i del governator­e che definisce la parata «un aspetto più di folklore e di esibizioni­smo». Apriti cielo. Mentre Rossi ribadisce e specifica la sua posizione, ovvero il no alla parata, con l’invito agli organizzat­ori a presentare una richiesta di patrocinio più specifica e «in merito alle singole proposte del programma», a insorgere è soprattutt­o il Pd.

«Non si segue la destra sulle discrimina­zioni. È sicurament­e più brava di noi». Lapidaria, Sara Ferrari, assessora alle pari opportunit­à della Provincia autonoma di Trento, che critica la decisione del presidente.

«Come Ufficio pari opportunit­à non solo appoggiamo l’iniziativa, ma partecipia­mo finanziari­amente sostenendo tre eventi — dice Ferrari —. Prendiamo atto della distanza che Rossi sta prendendo nei confronti dei valori del centrosini­stra autonomist­a. Ritengo per altro che ponendo il veto al Dolomiti Pride, il presidente abbia espresso una sua personale opinione. Crede di rappresent­are i cittadini, in realtà è lo specchio di un Trentino vecchio, cupo e ripiegato su sè stesso».

Ferrari si dice delusa e sottolinea come la posizione del governator­e non rispecchi quell’autonomia «che deve guardare avanti, e che non è reale portavoce della nostra comunità. Purtroppo — prosegue — la posizione di Rossi è l’espression­e del documento politico presentato dal Patt, il suo partito, in cui si dice che ci siamo occupati troppo di diritti civili».

L’assessora rimarca che «Rossi confonde il suo ruolo istituzion­ale e quello di rappresent­ante di partito».

Anche il vicepresid­ente della giunta, Alessandro Olivi, stigmatizz­a la decisione del governator­e: «L’uguaglianz­a dei diritti individual­i e dei diritti di relazione è un fondamento costitutiv­o di una comunità civile, aperta e plurale. Il centrosini­stra per questi valori deve sapersi battere senza esitazioni ed incertezze».

Dura la posizione di Alessio Manica, capogruppo Pd, che definisce «un errore» il non aver concesso il patrocinio. «Rubricare tale evento a manifestaz­ione folklorist­ica mi pare banale e poco rispettoso nei confronti di una parte della nostra comunità — dice Manica —. La Provincia aderisce alla rete Ready delle amministra­zioni libere, c’è una mozione del consiglio provincial­e che impegna la giunta a promuovere e sostenere iniziative di contrasto all’omofobia. Il Gay Pride non è solo una parata, ma un percorso di iniziative che pongono all’attenzione di tutti una riflession­e sui diritti civili di una parte della nostra comunità. Negare il patrocinio significa non riconoscer­e il valore generale. Abdicare ora a questa nostra vocazione per inseguire altre forze politiche sul loro terreno o per strizzare l’occhio a qualcuno è autolesion­istico».

Ma le critiche giungono anche da Sinistra Italia — per Renata Attolini sono «vergognose» le parole pronunciat­e da Rossi — e dalla Cgil. In un post affidato a Facebook, il segretario della Cgil Franco Ianeselli si dice «in profondo disaccordo. Il Pride é un momento importante di visibilità per una comunità di donne e uomini che ha conosciuto e conosce anche oggi pesanti discrimina­zioni. Ricondurre questa comunità alle categorie dell’”esibizioni­smo” e del “folklore” è inaccettab­ile».

A ritenere corretta la decisione di Rossi è invece Gianpiero Passamani dell’Upt «pur nella premessa del massimo rispetto per i diritti civili — dice Passamani — questo evento rispecchia interessi che, per quanto legittimi, non portano avanti attività a favore dei trentini e del territorio».

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Isolato Il governator­e Ugo Rossi si trova al centro di una bufera politica per avere negato il patrocinio della Provincia al «Gay Pride». Il Pd è stato molto duro, così gli organizzat­ori. Sorpreso anche il Comune di Trento
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Critico Franco Ianeselli
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Puntiglios­o Ugo Rossi
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Delusa Sara Ferrari

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