Punto nascita, accesa protesta Asat allarmata
Protesta in strada, ieri, per la riapertura del punto nascita di Cavalese. La manifestazione è andata in scena sulla statale delle Dolomiti: circa duecento i partecipanti. Asat critica per i toni.
Politica Presenti il centrodestra e esponenti di CasaPound
Una manifestazione TRENTO dai toni vivi quella che si è svolta ieri, in tarda mattinata, sulla statale delle Dolomiti, all’altezza del bivio del paese di Carano. Tutti in strada per manifestare la propria vicinanza all’ospedale di Cavalese, con la fiducia in una possibile riapertura futura del punto nascita di valle, una speranza che accomuna tutti e che vede coinvolti tre territori montani quali Fiemme, Fassa e Cembra. Presenti per manifestare contro i tagli alla sanità e al sociale, con una nutrita delegazione di Forza Italia, la consigliera Manuela Bottamedi, insieme a tutta la coalizione di centrodestra, partendo dalla procuradora di Fassa e senatrice Elena Testor e la senatrice Donatella Conzatti, insieme al deputato della Lega Maurizio Fugatti, ai consiglieri provinciali Alessandro Savoi, Walter Kaswalder, Claudio Cia e Pietro Degodenz, oltre che ai sindaci di Cavalese e Carano, Silvano Welponer e Andrea Varesco, insieme anche ad esponenti di Casapound.
Un incontro voluto soprattutto dal Comitato «Giù le mani dall’ospedale di Fiemme» che ha affrontato il tema della necessità del ripristino alla piena funzionalità dell’ospedale con un messaggio forte ed incisivo, riportato in diversi volantini e negli striscioni promossi alla manifestazione, utilizzando la scritta: «Vietato nascere-Forbidden to be born». Presente anche il presidente della comunità di valle Giovanni Zanon, che proprio in questa occasione ha ribadito con tono chiaro, l’importanza di ripristinare il servizio sanitario pubblico di valle, senza però eccedere in polemiche ed allarmismi. Stesso discorso è stato affrontato dalle associazioni albergatori di Fiemme e Fassa, le quali hanno espresso preoccupazione per le prospettive dell’ospedale di Fiemme, presidio importante per i cittadini e per i turisti, rimarcando in un comunicato stampa in risposta alla manifestazione, disappunto per le parole utilizzate nel volantino distribuito tra le valli, creato proprio dal comitato manifestazione locale, dai toni eccessivamente allarmistici soprattutto per chi in queste valli soggiorna. «I turisti che scelgono e frequentano il Trentino hanno sempre considerato importante, oltre alla qualità ambientale e delle strutture turistiche, anche la qualità complessiva dei servizi soprattutto sanitari» hanno sottolineato Filippo Debertol, presidente Asat Alta val di Fassa, Celestino Lasagna, presidente Asat Centro Fassa, Patrizio Prandi presidente Asat Moena e Diego Zorzi, presidente Asat Predazzo. Gli albergatori credono, infatti, che le parole usate dal «Gruppo giù le mani dall’ospedale di Fiemme» possano rappresentare la situazione in una modalità eccessiva, che rischierebbe di allontanare i turisti dalle valli di Fassa e Fiemme, muovendo quindi una critica motivata sui comportamenti e le dichiarazioni che possono ritorcersi contro il turismo e contro la comunità di valle coinvolte. Il presidio ha comunque visto l’adesione di duecento persone.