Treccani Esibizionista è chi ha un disturbo del comportamento sessuale «Documento di omofobia istituzionale»
Duro attacco degli organizzatori. Attesa per la decisione della Provincia di Bolzano
TRENTO «Omofobia istituzionale». Lo definiscono così gli organizzatori il documento di rifiuto di patrocinio della Provincia autonoma di Trento nei confronti del Dolomiti Pride. E a rincaro aggiungono: «È un atto che passerà alla storia, raro esempio di chiarezza omofoba. Auspichiamo ora che all’interno della maggioranza che governa la nostra Provincia le forze che si riconoscono nei valori di inclusione, rispetto e libertà prendano una posizione netta a favore del Dolomiti Pride».
Quello che proprio non è andato giù è stato il linguaggio adottato da Rossi che ha definito la parata folkloristica ed esibizionistica. «Siamo profondamente offesi — dice Paolo Zanella, presidente di Arcigay del Trentino — Noi che rappresentiamo anche coloro che vivono nell’ombra che restano invisibili per paura di giudizi e pregiudizi come questo».
Zanella, in particolare, si sofferma sul termine «esibizionistica» usato da Rossi. «Quindi, stando alla definizione Treccani — prosegue il presidente di Arcigay — inteso come una tendenza a fare eccessiva mostra di sè o peggio, come un disturbo del comportamento sessuale che consiste nel ricavare piacere nel mostrare ad altri le proprie parti genitali». Una connotazione non certo positiva. «Avevamo chiesto un incontro con il presidente che invece ha risposto con questa lettera — sottolinea ancora Zanella — inconsueta nei modi e nei toni, che ci offende in primo luogo come cittadine e cittadini trentini». Di contro alla posizione del presidente della Provincia c’è quella delle quasi 50 associazioni del territorio che nelle ultime settimane «hanno deciso di condividere lo spirito e gli obiettivi del Dolomiti Pride. A queste si sono aggiunti i Comuni di Trento e Bolzano, il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani e la Commissione Provinciale Pari Opportunità».
A giorni sul patrocinio dovrà esprimersi anche la Provincia autonoma di Bolzano. E i diritti civili diventano, ancora una volta, termometro politico.