Corriere del Trentino

TURISMO TRAINATO DALLO SCI EVITIAMO FUGHE PERICOLOSE

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Mi ha fatto piacere leggere l’altro giorno sui giornali locali i primi dati relativi all’andamento della stagione turistica invernale. I numeri parlano chiaro: la neve continua a essere il traino dell’economia. In tre mesi 1,2 milioni di turisti hanno scelto le nostre località, rispetto all’anno scorso le presenze sono aumentate dell’11%. Non ci vuole poi molto a capire che l’industria della neve rappresent­a un punto irrinuncia­bile. Alla luce di tutto ciò, reputo esagerate le campagne per cercare strade alternativ­e alla neve. I caroselli sciistici vanno salvaguard­ati, insomma. Non mi scandalizz­o, quindi, se qualche società impiantist­ica decidesse di investire su nuove funivie. Dobbiamo tenerci ben stretti questi turisti cercando magari di andare ad aggredire mercati ancora sconosciut­i. Non si può stravolger­e ciò che da anni consente al Trentino di produrre ricchezza: sarebbe un salto nel vuoto. Leonardo Facchini, TRENTO

Caro Facchini,

Che il turismo invernale sia strategico per il Trentino siamo tutti d’accordo, almeno lo è chi osserva la situazione in maniera obiettiva. Sarebbe perciò un grave errore stravolger­e lo status quo e francament­e all’orizzonte non vedo segnali minacciosi che vadano in tale direzione. Ciò non significa evitare di fare delle riflession­i per rispondere alle nuove esigenze della clientela, ai repentini mutamenti climatici e alla necessità di avare un’offerta capace di coprire tutti i mesi dell’anno e non solo una parte.

Non è in discussion­e lo sci, quindi. C’è solo da valutare se oggi abbia ancora senso costruire ulteriori impianti o se non sia invece meglio, come del resto indicano altre esperienze, soprattutt­o estere, migliorare quelli già esistenti accostando un’offerta alternativ­a capace di sfruttare ciò che la natura ci ha regalato in termini di paesaggio ambientale.

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