Circoscrizioni, ira dei presidenti «Crisi infinita»
Sotto tiro sindaco, assessora e maggioranza
«Ignorando le proposte di riforma presentate dai presidenti di circoscrizione, il consiglio comunale perde l’opportunità di garantire ai territori un futuro rinnovato e un entusiasmo nuovo». Gli amministratori dei dodici organismi decentrati hanno manifestato tutto il proprio disappunto in un documento condiviso da tutti. «Il consiglio nulla intende fare per asseconda le nostre proposte avanzate con forza» scrivono, attaccando direttamente l’assessora Chiara Maule. «Non è che non vogliamo accogliere le loro richieste, è che dobbiamo trovare 27 voti a sostegno della proposta» è la sua replica. La delibera consiliare, per essere approvata, necessita infatti del via libera da parte di due terzi dell’aula. Un tentativo venne fatto due anni fa, ma nonostante gli accordi trovati la delibera venne respinta.
TRENTO «Non è che non vogliamo accogliere le loro richieste o ascoltare le loro proposte, è che dobbiamo trovare 27 voti». La volontà di portare in aula la riforma delle circoscrizioni c’è, il problema per arrivare all’attuazione sta tutta nei numeri. A evidenziarlo è l’assessora comunale Chiara Maule, la quale rispondendo al malumore espresso dai presidenti dei consigli degli organismi decentrati spiega che per riproporre una delibera consiliare «serve il sostegno di due terzi dei consiglieri, quindi anche di una parte delle minoranze».
«Due anni fa portai in aula una delibera che in qualche modo avrebbe dato risposte anche per quanto riguarda il gettone ai presidenti — ricorda l’assessora — La ritenevo un’ottima scelta, pensavo avrebbe ottenuto un numero sufficienti di voti, come da accordi, ma non è andata così ed è stata respinta». Oggi, a due anni di distanza, Maule sottolinea la «necessità di tornare in aula con una proposta capace di avere un numero adeguato di voti per essere approvata, ma attualmente questi numeri non ci sono». «Presto verrà depositata e poi discussa una mozione — continua l’assessora — ma anche se dovesse passare dovrebbe diventare poi una delibera consiliare e saremmo da capo».
Sul tema si incontrano e scontrano quindi veti e voti incrociati, tra chi vuole il gettone per tutti i consiglieri, chi solo per il presidente e chi per nessuno. «Credo sia giusto pensare a una retribuzione per il tempo e l’impegno che ci mettono, quindi personalmente sono favorevole. Ma io — conclude Maule — non posso votare».