«Rossi fa calcoli elettorali, ma bene il suo dietrofront»
Il centrodestra gongola per il patrocinio negato dal governatore. Potere al popolo: ora si dimetta Savoi choc: come gli alpini? Non confondiamo escrementi e cioccolata. Borgonovo Re: Patt unito
Non si placa la bufera sul mancato patrocinio al Dolomiti Pride. Potere al popolo chiede le dimissioni di Rossi mentre il centrodestra approva la decisione del presidente.
TRENTO «Le dichiarazioni di Ugo Rossi per rispondere alle motivate accuse di omofobia istituzionale rendono ancora più evidente l’incapacità del presidente, che ha mantenuto per sé la delega all’istruzione, di adeguarsi ai bisogni della società, ai bisogni educativi di una società evoluta e aperta». Una presa di posizione inaccettabile, che non lascia scelta. Dopo aver ascoltato le motivazioni per cui il governatore ha deciso di non concedere il patrocinio della Provincia al Dolomiti Pride, gli esponenti trentini di Potere al popolo lo attaccano frontalmente chiedendo le dimissioni dal ruolo di assessore. «Le reazioni di dissenso da parte della società civile trentina dimostrano la distanza della politica istituzionale dalle persone, dai loro bisogni di cittadinanza, dalle loro istanze» sostengono i vertici del partito.
La presa di posizione di Rossi non è risultata sgradita solo alla sinistra radicale ma anche a quella moderata, con esponenti del Partito democratico che venerdì non hanno fatto mistero del loro dissenso. La presidente dei dem, Donata Borgonovo Re, spiega di «condividere pienamente» le posizioni espresse dall’assessora provinciale Sara Ferrari, dal capogruppo in consiglio provinciale Alessio Manica e dall’assessore comunale Andrea Robol, e di «confidare che si giunga a una diversa decisione, più sobria e rispettosa». «Il comune di Trento insegna» aggiunge la consigliera provinciale, ricordando come l’amministrazione del capoluogo abbia invece sostenuto la manifestazione.
«Chi concede il proprio patrocinio a questa iniziativa sostiene la distribuzione di preservativi e oli lubrificanti nelle scuole» è la risposta del consigliere provinciale di Civica Trentina Rodolfo Borga, il primo a sollevare la questione in aula con un’interrogazione. «Faccio riferimento a quanto contenuto nel documento di presentazione dell’evento» continua il consigliere, aggiungendo che «un’iniziativa come questa è inaccettabile» e che «chi è favorevole non sostiene la tutela di una minoranza ma quella intenzione, che noi non condividiamo».
Ancora più dure e nette le parole di Alessandro Savoi, presidente della Lega, ex consigliere provinciale, che il prossimo 10 aprile tornerà in aula andando a occupare la sedia di Maurizio Fugatti, eletto alla Camera. «Trento e il Trentino non si meritano queste pagliacciate» commenta, sostenendo subito dopo che «i valori della nostra terra sono altri» così come «i problemi reali che la gente deve affrontare». «Io porto rispetto a tutti e penso che tutti siano liberi di fare quello che vogliono a casa loro — prosegue Savoi — Ma queste iniziative non ci riguardano». Se poi si porta in evidenza come qualcuno, criticando le parole di Rossi, abbia ricordato come il capoluogo si prepari a ospitare un appuntamento come l’adunata degli alpini sostenendo che si tratti di una festa dove scorrono fiumi di alcol, Savoi sbotta. «Io sono un alpino e paragoni come questi sono inaccettabili: non confondiamo la m .... con la cioccolata — critica — Gli alpini hanno sempre promosso lo spirito solidale mettendosi a disposizione quando c’è stato bisogno». Per tutte queste ragioni il presidente della Lega si dice «d’accordo» con la scelta del presidente della Provincia, riconoscendo però in questa presa di posizione un altro elemento che dimostrerebbe che Rossi «sta cercando di recuperare alla batosta che il centrosinistra ha preso il 4 marzo». «Muoveranno tutte le risorse che hanno a disposizione e sono contento che finalmente facciano qualcosa per i cittadini — continua Savoi — Ma ormai è tardi, la gente li vuole mandare a casa».
«Non so se sta rincorrendo il centrodestra, forse dice solo quello che pensa» commenta invece Borgonovo Re. «Le due anime del Patt sono emerse più volte in questa legislatura — aggiunge — e sul Gay Pride hanno ritrovato l’unità» è invece l’opinione di Borgonovo Re. Le ragioni per cui Rossi si sia mosso in questo modo «non interessano» invece a Borga. «Noi abbiamo dei valori, a cui abbiamo sempre mantenuto fede — conclude il consigliere di Civica Trentina — Se gli altri si muovono per ragioni elettorali a noi non interessa».