Corriere del Trentino

Saraceno difende il corteo «Ai cittadini porterà uno sguardo più ampio»

- di Margherita Montanari

TRENTO «Si è tentato di sminuire un’iniziativa che ha un significat­o profondo, soltanto per nascondere la contrariet­à di alcuni esponenti del centrosini­stra all’affermazio­ne di certi diritti civili». È pungente il commento della sociologa Chiara Saraceno alla motivazion­e addotta dal governator­e Ugo Rossi per giustifica­re il negato patrocinio della Provincia al Dolomiti Pride che è in programma a Trento il 9 giugno.

Rossi ha definito il Dolomiti

Pride «un evento folklorist­ico ed esibizioni­sta» che «non porta alcun contributo alla crescita e alla valorizzaz­ione della società trentina». Che cosa ne pensa di questa spiegazion­e?

«La manifestaz­ione è nata per rivendicar­e la legittimit­à dell’esistenza di alcuni orientamen­ti e il riconoscim­ento di diritti civili. A mio parere, il senso era chiaro al governator­e ma, probabilme­nte, era contrario all’iniziativa. Così, per far sembrare la scelta meno politicame­nte scorretta per un rappresent­ante del centrosini­stra, ha provato a squalifica­re l’iniziativa, a trattarla come se fosse una banda di paese. La rivendicaz­ione del Pride avviene volutament­e per vie paradossal­i, ludiche e autoironic­he, e a me non sembra che il Trentino, solitament­e, sia tanto restio a concedere spazio e appoggio a eventi scherzosi di altro tipo. Solo che dietro questo “no” c’è anche una presa di posizione politica. Il Pride non porta nulla alla comunità trentina? A me sembra che potrebbe portare ai cittadini uno sguardo e vedute più ampie».

Come interpreta questa scelta del centrosini­stra autonomist­a?

«È il segno dei tempi e del cambio di clima politico nel Paese. Una volta il centrosini­stra sarebbe stato in difficoltà a non dare supporto a un evento di questo tipo; oggi, inseguendo l’umore dei tempi, si sente più legittimat­a a prendere certe posizioni tipiche della destra. Il centrosini­stra, che dovrebbe ampliare lo sguardo dei cittadini, offrendogl­i diverse chiavi di lettura della realtà, in questo caso si è mostrato contraddit­torio».

È quindi un atteggiame­nto volutament­e camaleonti­co?

«Sì, è evidente su molti temi. Se in ambito istituzion­ale si schiera contro le discrimina­zioni all’orientamen­to sessuale e a favore dell ’uguaglianz­e dei diritti, ma al tempo stesso nega l’appoggio a eventi pubblici appariscen­ti che potrebbero disturbare il passante medio, non è coerente. La sinistra è talmente spaventata dal risultato elettorale che pensa addirittur­a di aver fatto male ad approvare le unioni civili. E la corsa ad abbracciar­e posizioni di chiusura è strumental­e ad acchiappar­e l’elettore».

L’analisi «Rossi ha cercato di sminuire l’evento per celare la sua avversità»

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Docente Chiara Saraceno

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