Saraceno difende il corteo «Ai cittadini porterà uno sguardo più ampio»
TRENTO «Si è tentato di sminuire un’iniziativa che ha un significato profondo, soltanto per nascondere la contrarietà di alcuni esponenti del centrosinistra all’affermazione di certi diritti civili». È pungente il commento della sociologa Chiara Saraceno alla motivazione addotta dal governatore Ugo Rossi per giustificare il negato patrocinio della Provincia al Dolomiti Pride che è in programma a Trento il 9 giugno.
Rossi ha definito il Dolomiti
Pride «un evento folkloristico ed esibizionista» che «non porta alcun contributo alla crescita e alla valorizzazione della società trentina». Che cosa ne pensa di questa spiegazione?
«La manifestazione è nata per rivendicare la legittimità dell’esistenza di alcuni orientamenti e il riconoscimento di diritti civili. A mio parere, il senso era chiaro al governatore ma, probabilmente, era contrario all’iniziativa. Così, per far sembrare la scelta meno politicamente scorretta per un rappresentante del centrosinistra, ha provato a squalificare l’iniziativa, a trattarla come se fosse una banda di paese. La rivendicazione del Pride avviene volutamente per vie paradossali, ludiche e autoironiche, e a me non sembra che il Trentino, solitamente, sia tanto restio a concedere spazio e appoggio a eventi scherzosi di altro tipo. Solo che dietro questo “no” c’è anche una presa di posizione politica. Il Pride non porta nulla alla comunità trentina? A me sembra che potrebbe portare ai cittadini uno sguardo e vedute più ampie».
Come interpreta questa scelta del centrosinistra autonomista?
«È il segno dei tempi e del cambio di clima politico nel Paese. Una volta il centrosinistra sarebbe stato in difficoltà a non dare supporto a un evento di questo tipo; oggi, inseguendo l’umore dei tempi, si sente più legittimata a prendere certe posizioni tipiche della destra. Il centrosinistra, che dovrebbe ampliare lo sguardo dei cittadini, offrendogli diverse chiavi di lettura della realtà, in questo caso si è mostrato contraddittorio».
È quindi un atteggiamento volutamente camaleontico?
«Sì, è evidente su molti temi. Se in ambito istituzionale si schiera contro le discriminazioni all’orientamento sessuale e a favore dell ’uguaglianze dei diritti, ma al tempo stesso nega l’appoggio a eventi pubblici appariscenti che potrebbero disturbare il passante medio, non è coerente. La sinistra è talmente spaventata dal risultato elettorale che pensa addirittura di aver fatto male ad approvare le unioni civili. E la corsa ad abbracciare posizioni di chiusura è strumentale ad acchiappare l’elettore».
L’analisi «Rossi ha cercato di sminuire l’evento per celare la sua avversità»