Riforma Circoscrizioni, la rabbia dei presidenti «Maggioranza debole, siamo stati abbandonati»
«Ignorando le proposte di riforma presentate dai presidenti di circoscrizione, il consiglio comunale, per interessi di gruppo estranei al tema, perde l’opportunità di garantire ai territori un futuro rinnovato e un entusiasmo nuovo». L’amarezza serpeggia nei dodici uffici amministrativi decentrati di Trento. Con un documento condiviso e sottoscritto da ogni singolo presidente, i vertici delle circoscrizioni esprimono il proprio rammarico per non aver ancora visto non dicono attuare, ma nemmeno approvare, la riforma del sistema.
«Prendiamo atto che il nostro progetto per riformare il sistema delle circoscrizioni, presentato ufficialmente un anno fa, sebbene appoggiato dal sindaco, dalla giunta e dalla commissione consiliare di riferimento non è ancora stato discusso in consiglio comunale» attaccano tutti insieme. Tre anni fa la maggioranza cittadina aveva provato a mettere mano all’organizzazione delle circoscrizioni, ma la delibera consiliare firmata dall’assessora Chiara Maule era stata fermata al momento del voto in aula. Prima e dopo quel momento, il tema era stato messo e poi tolto più volte sui banchi dei consiglieri, per lo meno di quelli della maggioranza. Solo ripercorrendo gli ultimi mesi, la volontà di affrontare la delicata questione era stata manifestata a febbraio, calendarizzando un appuntamento sul tema, salvo poi posticipare a causa delle imminenti elezioni per evitare che in qualsiasi modo potesse influenzarle. Una scelta che aveva peggiorato l’umore dei presidenti delle circoscrizioni.
Adesso, dopo aver scongelato il documento approvato a ottobre dalla commissione decentramento, anche se solo con i voti della coalizione di governo, la maggioranza pare pronta a tornare alla carica. Non direttamente però, perché una proposta di delibera consiliare necessita del sostegno dei due terzi del consiglio, vale a dire di 27 voti a favore. Un ostacolo estremamente difficile da superare data la diversità di opinioni sul tema all’interno dell’aula ma anche della maggioranza stessa. La strategia, quindi, è quella di presentare una mozione firmata dai capigruppo, costruita a partire proprio dal documento di ottobre. Una tattica che risolverebbe il problema solo temporaneamente, in particolare per quanto riguarda il punto dell’indennità dei presidenti che dovrà comunque passare dall’aula.
«È la dimostrazione che il consiglio nulla intende fare per assecondare le proposte avanzate con la forza dei consigli circoscrizionali, da chi vive direttamente il territorio nel contatto quotidiano con i cittadini» lamentano oggi gli amministratori, rivendicando
quelle loro «proposte di innovazione che potrebbero dare linfa nuova a un sistema decentrato che sta passando la sua peggior crisi da quando è stato istituito».
Dopo aver affilato la lama, i presidenti affondano sull’assessora Maule: «Sentiamo in particolar modo che le nostre istanze sono state abbandonate dall’assessora di riferimento, la quale non ha sostenuto le proposte di innovazione con la dovuta autorevolezza, palesando anche una carenza di dialogo con i soggetti coinvolti». Impedendo alla loro proposta di arrivare sui banchi dell’aula, gli amministratori delle circoscrizioni sono convinti che «si rischia di allontanare ulteriormente i cittadini dalla gestione del bene comune e condanna le circoscrizioni a una possibile estinzione che nulla ha di dignitoso rispetto a quanto esse stanno facendo».
«Nonostante delusione e preoccupazione — concludono i presidenti — continueremo a onorare il mandato conferitoci dai cittadini, tralasciando tutte le incombenze estranee agli interessi diretti dei territori che appesantiscono ulteriormente il lavoro dei consigli e che non abbiano ricadute concrete e dirette a favore della comunità, per garantire condivisione, democrazia e partecipazione al bene comune».