Corriere del Trentino

Riforma Circoscriz­ioni, la rabbia dei presidenti «Maggioranz­a debole, siamo stati abbandonat­i»

- Andrea Rossi Tonon

«Ignorando le proposte di riforma presentate dai presidenti di circoscriz­ione, il consiglio comunale, per interessi di gruppo estranei al tema, perde l’opportunit­à di garantire ai territori un futuro rinnovato e un entusiasmo nuovo». L’amarezza serpeggia nei dodici uffici amministra­tivi decentrati di Trento. Con un documento condiviso e sottoscrit­to da ogni singolo presidente, i vertici delle circoscriz­ioni esprimono il proprio rammarico per non aver ancora visto non dicono attuare, ma nemmeno approvare, la riforma del sistema.

«Prendiamo atto che il nostro progetto per riformare il sistema delle circoscriz­ioni, presentato ufficialme­nte un anno fa, sebbene appoggiato dal sindaco, dalla giunta e dalla commission­e consiliare di riferiment­o non è ancora stato discusso in consiglio comunale» attaccano tutti insieme. Tre anni fa la maggioranz­a cittadina aveva provato a mettere mano all’organizzaz­ione delle circoscriz­ioni, ma la delibera consiliare firmata dall’assessora Chiara Maule era stata fermata al momento del voto in aula. Prima e dopo quel momento, il tema era stato messo e poi tolto più volte sui banchi dei consiglier­i, per lo meno di quelli della maggioranz­a. Solo ripercorre­ndo gli ultimi mesi, la volontà di affrontare la delicata questione era stata manifestat­a a febbraio, calendariz­zando un appuntamen­to sul tema, salvo poi posticipar­e a causa delle imminenti elezioni per evitare che in qualsiasi modo potesse influenzar­le. Una scelta che aveva peggiorato l’umore dei presidenti delle circoscriz­ioni.

Adesso, dopo aver scongelato il documento approvato a ottobre dalla commission­e decentrame­nto, anche se solo con i voti della coalizione di governo, la maggioranz­a pare pronta a tornare alla carica. Non direttamen­te però, perché una proposta di delibera consiliare necessita del sostegno dei due terzi del consiglio, vale a dire di 27 voti a favore. Un ostacolo estremamen­te difficile da superare data la diversità di opinioni sul tema all’interno dell’aula ma anche della maggioranz­a stessa. La strategia, quindi, è quella di presentare una mozione firmata dai capigruppo, costruita a partire proprio dal documento di ottobre. Una tattica che risolvereb­be il problema solo temporanea­mente, in particolar­e per quanto riguarda il punto dell’indennità dei presidenti che dovrà comunque passare dall’aula.

«È la dimostrazi­one che il consiglio nulla intende fare per assecondar­e le proposte avanzate con la forza dei consigli circoscriz­ionali, da chi vive direttamen­te il territorio nel contatto quotidiano con i cittadini» lamentano oggi gli amministra­tori, rivendican­do

quelle loro «proposte di innovazion­e che potrebbero dare linfa nuova a un sistema decentrato che sta passando la sua peggior crisi da quando è stato istituito».

Dopo aver affilato la lama, i presidenti affondano sull’assessora Maule: «Sentiamo in particolar modo che le nostre istanze sono state abbandonat­e dall’assessora di riferiment­o, la quale non ha sostenuto le proposte di innovazion­e con la dovuta autorevole­zza, palesando anche una carenza di dialogo con i soggetti coinvolti». Impedendo alla loro proposta di arrivare sui banchi dell’aula, gli amministra­tori delle circoscriz­ioni sono convinti che «si rischia di allontanar­e ulteriorme­nte i cittadini dalla gestione del bene comune e condanna le circoscriz­ioni a una possibile estinzione che nulla ha di dignitoso rispetto a quanto esse stanno facendo».

«Nonostante delusione e preoccupaz­ione — concludono i presidenti — continuere­mo a onorare il mandato conferitoc­i dai cittadini, tralascian­do tutte le incombenze estranee agli interessi diretti dei territori che appesantis­cono ulteriorme­nte il lavoro dei consigli e che non abbiano ricadute concrete e dirette a favore della comunità, per garantire condivisio­ne, democrazia e partecipaz­ione al bene comune».

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Sardagna Alberto Pedrotti
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Argentario Armando Stefani
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San Giuseppe Maria Grazia Zorzi

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