«I vertici facciano un passo indietro»
Ai circa 200 delegati l’ex presidente di Itas, Giovanni di Benedetto, consigliere uscente Itas Mutua scrive che le sue dimissioni del 20 settembre 2017 miravano «ad aprire una fase nuova di ampio dibattito per costruire regole di governance e di assetto aziendali garanti del futuro della nostra realtà assicurativa». Invece «ho assistito a un malcelato assalto alla diligenza». A questo punto emergono termini che danno la cifra dello scontro violento in seno al gruppo dirigente. E chissà cosa ne penseranno i delegati e i controllori. «Dopo anni di consensi ho sofferto l’isolamento personale e il tradimento di chi, “coltivato” per operare al mio fianco in un gioco di squadra, assunto a ruoli apicali ha, invece, girato le spalle rinnegando quelle stesse deliberazioni votate all’unanimità». Poi si parla di soldi, visto che Di Benedetto attacca «il manierato moralismo» di chi ha «beneficiato per anni di plurimi ruoli nella Mutua e nelle controllate, con retribuzioni e benefits intatti, anche quando le mansioni non erano più apicali». Poi, secondo l’ex presidente, c’è il vicepresidente vicario che scriveva: «Sarò al tuo fianco quando lo vorrai e su di me potrai contare per sempre», ma che invece «ambiva tramando alla mia eliminazione». «Sono questi gli uomini di sicuro affidamento in questo momento? Gli stessi che insieme detengono oggi tutti i vertici di Itas Mutua, Vita e Val Piave? Credo sia condivisa l’opinione che qualcuno dovrebbe, come io ho fatto, compiere un passo indietro nell’interesse di Itas e della propria dignità». «Sono certo che ogni delegato saprà decidere in piena libertà di coscienza».