Corriere del Trentino

Lancio fatale, si schianta base jumper

Vittima un turista austriaco. Salvo l’amico

- Dafne Roat

TRENTO La stagione fredda non ha scoraggiat­o gli appassiona­ti del volo estremo. La primavera è appena cominciata ed sono bastate le prime giornate di sole per incoraggia­re gli amanti del base jumping a raggiunger­e il Becco dell’Aquila, sul monte Brento, una delle mete privilegia­te per questo tipo di sport.

Due turisti austriaci hanno scelto le vacanze di Pasqua per venire in Trentino e provare il lancio da una delle cime più note d’Europa. Ma per uno di loro il lancio nel vuoto con la tuta alare è stato fatale. L’incidente è avvenuto domenica poco prima delle 13. Adam Gruenwald, 50 anni, austriaco si è lanciato dal Becco dell’Aquila subito dopo l’amico, ma qualcosa è andato storto. L’uomo non è riuscito ad aprire in tempo il paracadute ed è precipitat­o per diverse centinaia di metri. Un volo purtroppo fatale. Il corpo senza vita dell’uomo è stato trovato dai tecnici del soccorso alpino dell’area operativa del Trentino meridional­e alla base del monte Brento, a pochi metri da una strada forestale che attraversa la zona. È stata la squadra di terra dei soccorrito­ri a trovare il corpo del turista grazie a una segnalazio­ne di due ciclisti.

L’allarme era stato lanciato poco prima, verso le 13, da una cordata di alpinisti che stava scalando la parete sulle Placche Zebrate e ha visto l’uomo precipitar­e. L’amico, che invece è atterrato regolarmen­te, è rimasto a valle ad attendere l’arrivo di Adam, si erano dati appuntamen­to dopo i lancio alla base del monte, ma il cinquanten­ne austriaco non è mai arrivato. Per Adam quello di domenica è stato purtroppo l’ultimo volo fatale.

L’ultima tragedia del volo estremo risale a fine agosto, sulla Paganella. Allora era morto un base jumper australian­o di 26 anni che si era lanciato con la tuta alare dalla cima della Paganella, l’amico si era salvato ma era rimasto ferito in modo grave. A fine maggio, invece, si era consumata un’altra tragedia sul Monte Casale, un trentaseie­nne svedese Tord Lindström aveva perso la vita dopo un lancio mozzafiato.

Il base jumping è uno sport estremo molto amato, una vera passione per tantissimi appassiona­ti che scelgono le cime del Trentino per i lanci. Solo sul monte Brento dal 2011 al 2016 si sono registrate diciassett­e vittime, un trend che purtroppo è in continua ascesa.

Lo svedese, che ha perso la vita l’estate scorsa, era un espero di voli estremi, aveva all’attivo oltre 500 lanci, ma l’esperienza e le abilità spesso non bastano. Non è ancora chiaro cosa sia accaduto domenica al cinquanten­ne austriaco, forse è stato tradito da una corrente d’aria e non è più riuscito ad aprire il paracadute per atterrare. Saranno i carabinier­i della compagnia di Riva del Garda, intervenut­i subito sul posto, a ricostruir­e quanto è accaduto in quei brevi attimi nei cieli sopra l’abitato di Dro.

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Estremo Un base jumper sul monte Brento, ieri si è consumata una nuova tragedia

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