Corriere del Trentino

Negroni e Merler «Le circoscriz­ioni? Così non servono»

- Nicola Chiarini

TRENTO «Così organizzat­e le circoscriz­ioni non servono». Non ci gira intorno Paolo Negroni che chiede che gli organismi decentrati vengano trasformat­i in strumenti assemblear­i di democrazia diretta. «Non servono maggioranz­e e minoranze — spiega il consiglier­e comunale 5 Stelle — ma luoghi di confronto aperti ai cittadini in cui vengano raccolte proposte che, valutata la fattibilit­à tecnica, devono essere poi discusse dal consiglio comunale». Il modello è quello del bilancio partecipat­ivo. «Un esperiment­o — ricorda l’esponente d’opposizion­e — era stato fatto una decina di anni fa nella circoscriz­ione di San Giuseppe e Santa Chiara, senza però che fossero messe a disposizio­ne risorse accompagna­te da meccanismi attuativi definiti». Di certo, non si può proseguire con il sistema odierno. «Così è avvilente — osserva ancora Negroni — chi si impegna oggi spende tempo senza poter cogliere risultati. Se il meccanismo non verrà riformato, dubito che il Movimento 5 Stelle presenterà propri candidati in circoscriz­ione». Convinto che serva un ripensamen­to radicale è anche Andrea Merler che, però, non vede nulla di scandaloso nella richiesta di istituire indennità per gli amministra­tori circoscriz­ionali. «Il centrosini­stra fa demagogia — sostiene il capogruppo di Civica Trentina — chi lavora negli organismi elettivi ha diritto a un riconoscim­ento, finché esiste questo sistema di decentrame­nto che, però, va progressiv­amente superato». Merler riflette sulle strade possibili. «L’obiettivo — spiega — potrebbe essere il superament­o del sistema delle circoscriz­ioni, di norma adottato in centri sopra 250.000 abitanti e che ha un costo oggi di 4 milioni che potrebbero essere reinvestit­i in opere, servizi, riduzione delle imposte. In prima istanza, si potrebbe pensare a un accorpamen­to, realizzand­o comprensor­i più ampi». Il lavoro di rapporto con i territori potrebbe essere affidato ai gruppi consiliari. «La spesa sarebbe più contenuta — riflette ancora Merler — e i consiglier­i potrebbero individuar­e figure tecniche a supporto dell’attività amministra­tiva, fatta spesso nel tempo libero dal lavoro, e dei rapporti con i quartieri e le periferie».

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