Corriere del Trentino

Rosai rigogliosi, i segreti dal vivaio al concime

- di Martha Canestrini

La scorsa settimana avevo fatto un brevissimo elenco di rosai immuni dalle malattie più comuni, come l’oidio, detto anche malbianco, le macchie nere, con l’aureola gialla attorno alle macchie sul fogliame, e la ruggine, che compare sulla parte inferiore delle foglie. Parassiti come la mosca bianca, i tripidi, i maggiolini, le coccinigli­e, le tentredini, attaccano i rosai indeboliti da troppe innaffiatu­re, da concimazio­ni troppo abbondanti, terreno troppo ricco, da potature scriteriat­e, ma non solo: ci sono varietà di rose che sono perennemen­te ammalate, segno di incroci balordi e nessun controllo sulla resistenza della pianta. I rosai son piante per iniziati. Chi non ha ancora esperienza dovrebbe dare un’occhiata in internet agli elenchi dell’associazio­ne tedesca ADR, che sottopone i nuovi incroci a esami approfondi­ti (Roseneinhe­itsprüfung), consiglian­do poi solo quelli resistenti alle malattie.

Dopodiché è meglio tener presente alcuni punti. Si ordinano in vivai specializz­ati e si fanno arrivare in marzo a radice nuda. I rosai in vaso sono invenzioni moderne. Ci mettono molto tempo a iniziare a sviluppars­i, viziati come sono – quelli a radice nuda si ambientano subito, non sono iperconcim­ati e non hanno bisogno di cure particolar­i, solo d’innaffiatu­re quando il terreno si asciuga troppo. È meglio non acquistare rosai nei supermerca­ti, perché restano per diverse settimane ammassati al caldo e al buio, dove germoglian­o, indebolisc­ono e poi le varietà non sono proprio quello che una vorrebbe in giardino, nonostante le bellissime foto sul sacchetto che le contiene.

Ci sono varietà che si ammalano solo guardandol­e: se un rosaio non riesce a crescere sano - e si scopre dopo due, tre anni - è meglio eliminarlo, cambiare la terra (perché succede la stessa cosa come ai ciliegi: le rose non crescono dove stavano altre rose) dove stavano le sue radici e ordinarne un altro. I vivai specializz­ati possono dare consigli in merito. Ci sono poche varietà che crescono in ombra. I rosai hanno le stesse esigenze delle viti. Durante lunghi periodi di siccità gradiscono alcune secchiate d’acqua alla base, dieci litri circa, cercando di non bagnare le foglie. Troppe concimatur­e li indebolisc­ono, cacciano troppe foglie, si riempiono di afidi, di mosche bianche, di vari altri accidenti. Basterebbe concimarle una volta ogni tre, quattro anni, in autunno. Se riuscite a metter le mani su concime di cavallo (povero di azoto) coprite il terreno (non la base del rosaio!) con un secchio di questo concime. Altrimenti va bene anche lo stallatico biologico che vendono ai consorzi. Meglio evitare rosai con fiori che non profumano.

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