PRG CONDIVISO SFIDA APERTA
Finalmente è partito, dopo mesi d’attesa, il vero iter istituzionale per la formazione della variante generale al Piano regolatore del capoluogo. Cittadini, associazioni e società civile hanno tempo fino al 27 aprile per far pervenire all’amministrazione proposte, visioni, richieste; lo possono fare anche attraverso il nuovo portale «Futura Trento-obiettivi Prg».
Sulla procedura e sull’iter partecipativo vanno però fatte alcune considerazioni. La partecipazione dei cittadini, nelle sue diverse forme, è elemento generatore della democrazia. Lo descriveva bene Giorgio Gaber quando cantava che «libertà è partecipazione». Già Alexis de Tocqueville, nel suo «La democrazia in America», riteneva che una partecipazione organizzata dei cittadini fosse l’unico antidoto per limitare la tendenza dell’individuo a chiudersi in se stesso e per contenere l’intervento dello Stato nei diversi ambiti della società. Mediante il compartecipare le persone socializzano, condividono valori e obiettivi, attenuano le spinte individualistiche: in definitiva, si costituisce un ordito necessario alla coesione sociale e alla tenuta della democrazia. È uno strumento di libertà, insomma. Il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali strategici e in quelli urbanistici è quindi fondamentale per migliorare le città e nel contempo la vita degli abitanti, producendo inclusione sociale e favorendo la trasparenza. Le scelte attuate in maniera allargata garantiscono l’efficacia degli interventi realizzati e un’elevata qualità delle opere, oltre a salvaguardare l’unicità, l’identità e le caratteristiche ambientali dei luoghi riqualificati. Tutto ciò naturalmente in teoria, perché in pratica, finora, la cosiddetta partecipazione dei cittadini alle rivoluzioni urbanistiche non è stata altro che la foglia di fico dietro cui celare scelte fatte in altre sedi; al più è stata la maniera burocratica di rispondere con un sì o un no a una richiesta proveniente dalla popolazione. Si è perciò perso il senso stesso della partecipazione, ridotta (quando va bene) a sola comunicazione. C’è da chiedersi pertanto se verranno esaminate le numerose proposte che negli anni sono emerse, per esempio, sull’utilizzazione dei tanti «buchi urbani» ancora esistenti, se saranno utilizzate e discusse pubblicamente le idee che emergeranno oppure se, come in passato, sarà solo un passaggio burocratico necessario, ma non sufficiente per configurare una reale partecipazione. La sfida è aperta.