Corriere del Trentino

«Il clima futuro? Più temporali e siccità»

Trenti (Meteotrent­ino): «Il riscaldame­nto globale determiner­à fenomeni concentrat­i e intensi» «Al Trentino non mancherà la pioggia, ma i ghiacciai si ridurranno. Bene i bacini di accumulo»

- Andrea Rossi Tonon

TRENTO «In natura la variabilit­à è la regola». Difficile, praticamen­te impossibil­e mettere in fila nella nostra vita due anni uguali tra loro. Un tentativo destinato a fallire anche nel caso in cui, più modestamen­te, si mettano a confronto due stagioni o due settimane. Le parole di Alberto Trenti trovano conferma nell’esperienza personale di tutti, ma non c’è da stupirsi: «Il comportame­nto dell’atmosfera è determinat­o da un innumerevo­le quantità di fattori che possono combinarsi in infiniti modi» chiarisce il direttore dell’ufficio previsione e pianificaz­ione di Meteotrent­ino.

Non c’è dunque da stupirsi - «né da preoccupar­si più tanto» - se l’anno scorso nevicò pochissimo mentre quest’anno i fiocchi sono caduti in abbondanza. «Il Trentino, poi, gode di una collocazio­ne geografica fortunata — riprende Trenti — Le grosse masse d’aria umida risalgono dal Mediterran­eo e qui trovano la barriera orografica delle montagne, che le spingono verso l’alto facendole raffreddar­e e quindi condensand­o l’umidità, determinan­do poi le precipitaz­ioni». Per questa ragione le valli e le cime della provincia godono storicamen­te di una disponibil­ità idrica «superiore del 30 o 40% ai fabbisogni».

Essendo l’imprevedib­ilità insita nella natura, essa continuerà a caratteriz­zare gli scenari climatici anche del futuro pur con i nuovi paradigmi dettati dal riscaldame­nto globale. «La quasi totalità degli studiosi che si occupano di clima immagina un aumento delle temperatur­e medie — spiega il direttore — Il calore più intenso avrà come prima conseguenz­a una maggior evaporazio­ne dell’acqua presente sulla Terra, quindi un aumento delle precipitaz­ioni». Allo stesso tempo l’innalzamen­to delle temperatur­e medie definirà un’atmosfera più carica dal punto di vista energetico, «quindi è probabile che nei prossimi decenni i fenomeni saranno più concentrat­i e più intensi: si dovrebbero verificare più spesso uragani e temporali, per esempio». Altra conseguenz­a sarà la concentraz­ione delle precipitaz­ioni e, di conseguenz­a, l’alternanza di periodi più lunghi di rovesci e siccità. Per quanto riguarda nel dettaglio il Trentino, per il futuro prossimo - che non inizierà all’improvviso ma rappresent­a l’apice di un processo in cui siamo già inseriti - «ci si può aspettare una piovosità annua abbastanza stabile, semmai in leggero aumento».

Parallelam­ente l’aumento delle temperatur­e continuerà a determinar­e lo scioglimen­to dei ghiacciai - «rispetto a 40 anni fa la temperatur­a media si è già alzata di un grado». Ciò comporterà il venir meno di una fonte d’acqua per gli impianti idroelettr­ici, ma «non è da escludere che l’aumento della piovosità in futuro possa compensare questa perdita d’acqua da fusione, pari comunque al 10 o 20%».

Ecco perché, secondo Trenti, «sarebbe importante creare in ogni situazione possibile, con tutta la sicurezza e le valutazion­i del caso, dei bacini di accumulo».

 L’esperto Godiamo di disponibil­ità idrica superiore del 30% ai fabbisogni  Non è da escludere che la piovosità compenserà la neve in meno

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