«Il clima futuro? Più temporali e siccità»
Trenti (Meteotrentino): «Il riscaldamento globale determinerà fenomeni concentrati e intensi» «Al Trentino non mancherà la pioggia, ma i ghiacciai si ridurranno. Bene i bacini di accumulo»
TRENTO «In natura la variabilità è la regola». Difficile, praticamente impossibile mettere in fila nella nostra vita due anni uguali tra loro. Un tentativo destinato a fallire anche nel caso in cui, più modestamente, si mettano a confronto due stagioni o due settimane. Le parole di Alberto Trenti trovano conferma nell’esperienza personale di tutti, ma non c’è da stupirsi: «Il comportamento dell’atmosfera è determinato da un innumerevole quantità di fattori che possono combinarsi in infiniti modi» chiarisce il direttore dell’ufficio previsione e pianificazione di Meteotrentino.
Non c’è dunque da stupirsi - «né da preoccuparsi più tanto» - se l’anno scorso nevicò pochissimo mentre quest’anno i fiocchi sono caduti in abbondanza. «Il Trentino, poi, gode di una collocazione geografica fortunata — riprende Trenti — Le grosse masse d’aria umida risalgono dal Mediterraneo e qui trovano la barriera orografica delle montagne, che le spingono verso l’alto facendole raffreddare e quindi condensando l’umidità, determinando poi le precipitazioni». Per questa ragione le valli e le cime della provincia godono storicamente di una disponibilità idrica «superiore del 30 o 40% ai fabbisogni».
Essendo l’imprevedibilità insita nella natura, essa continuerà a caratterizzare gli scenari climatici anche del futuro pur con i nuovi paradigmi dettati dal riscaldamento globale. «La quasi totalità degli studiosi che si occupano di clima immagina un aumento delle temperature medie — spiega il direttore — Il calore più intenso avrà come prima conseguenza una maggior evaporazione dell’acqua presente sulla Terra, quindi un aumento delle precipitazioni». Allo stesso tempo l’innalzamento delle temperature medie definirà un’atmosfera più carica dal punto di vista energetico, «quindi è probabile che nei prossimi decenni i fenomeni saranno più concentrati e più intensi: si dovrebbero verificare più spesso uragani e temporali, per esempio». Altra conseguenza sarà la concentrazione delle precipitazioni e, di conseguenza, l’alternanza di periodi più lunghi di rovesci e siccità. Per quanto riguarda nel dettaglio il Trentino, per il futuro prossimo - che non inizierà all’improvviso ma rappresenta l’apice di un processo in cui siamo già inseriti - «ci si può aspettare una piovosità annua abbastanza stabile, semmai in leggero aumento».
Parallelamente l’aumento delle temperature continuerà a determinare lo scioglimento dei ghiacciai - «rispetto a 40 anni fa la temperatura media si è già alzata di un grado». Ciò comporterà il venir meno di una fonte d’acqua per gli impianti idroelettrici, ma «non è da escludere che l’aumento della piovosità in futuro possa compensare questa perdita d’acqua da fusione, pari comunque al 10 o 20%».
Ecco perché, secondo Trenti, «sarebbe importante creare in ogni situazione possibile, con tutta la sicurezza e le valutazioni del caso, dei bacini di accumulo».
L’esperto Godiamo di disponibilità idrica superiore del 30% ai fabbisogni Non è da escludere che la piovosità compenserà la neve in meno