Gay Pride, Bolzano concede il patrocinio
Caramaschi: «Si tratta solo di un appoggio simbolico, ma non siamo direttamente coinvolti» Centaurus: «Ci hanno offesi. Attendiamo la decisione di Palazzo Widmann». Sì di Tommasini
BOLZANO Anche il Comune di Bolzano ha concesso il patrocinio simbolico al «Dolomiti Pride», la manifestazione dell’orgoglio gay in programma il prossimo 9 giugno a Trento con una parata e una settantina di eventi collaterali. Nei giorni scorsi aveva provocato molte polemiche la decisione del governatore Ugo Rossi di non concedere alcun patrocinio ad una manifestazione che aveva bollato che «folkloristica ed esibizionistica». Di segno opposto sono state le decisioni dei Comuni di Trento e di Bolzano, che hanno entrambi concesso l’appoggio alla parata gay.
«Il nostro è comunque solo un patrocinio morale — ha precisato ieri il sindaco Renzo Caramaschi — quindi senza un contributo economico. Si tratta di un appoggio simbolico, ma la manifestazione si svolge a Trento e quindi non ci coinvolge direttamente come città. A chi mi chiede cosa faremmo se arrivasse la richiesta di ospitare a Bolzano una simile manifestazione, rispondo che non ci abbiamo ancora pensato: valuteremo solo quando e se si porrà il problema. Non dico questo per voler sviare la discussione nel merito: noi siamo infatti per la massima libertà di tutti, che sia religiosa, culturale o sessuale. Personalmente non credo comunque che nella società di oggi gli omosessuali siano discriminati come un tempo».
A chiedere il patrocinio, sia al Comune di Bolzano che a Palazzo Widmann, è stata l’associazione Centaurus, storico sodalizio del capoluogo che «rappresenta gay, lesbiche, bisessuali, transgender, queer, ed intersessuali in Alto Adige». Il presidente dell’associazione, Andreas Unterkircher, spiega di attendere «con molta ansia» la decisione della Provincia sulla richiesta di patrocinio. E critica duramente la posizione di Ugo Rossi: «Oltre alla decisione di non concedere il patrocinio — osserva Unterkircher — quello che mi ha colpito negativamente sono state le motivazioni addotte ed il modo: in questo modo infatti Rossi ha offeso tutte le persone lgbt, con un linguaggio ingiustificabile. Forse il motivo profondo di questo rifiuto è di tipo elettorale, visto che quest’anno si vota. Spero che in futuro — conclude Unterkircher — si possa organizzare la manifestazione anche a Bolzano».
In attesa che la giunta provinciale altoatesina prenda posizione (questa settimana la seduta è saltata a causa del ponte festivo), l’assessore e vicepresidente Christian Tommasini ribadisce che l’esecutivo non ha ancora discusso ma fa sapere anche di «essere personalmente favorevole» alla concessione del patrocinio richiesto da Centaurus.
Mentre una polemica identica si sta registrando anche a Genova, dove il Comune guidato dal sindaco Marco Bucci ha rifiutato di concedere il patrocino al locale Gay Pride, arriva un sostegno a Ugo Rossi dall’associazione «Noi per la famiglia», il cui presidente regionale Diego Salvadori afferma: «La scelta di Rossi di non concedere il patrocinio al prossimo “Dolomiti Pride” è una scelta legittima e saggia, che smarca le istituzioni locali da una manifestazione che nulla esprime se non il folclore e l’esibizionismo di un ristretto numero di attivisti che non rappresenta nemmeno la maggior parte delle persone omosessuali, impegnate a vivere con normalità, dignità e riservatezza la propria vita. Invitiamo gli organizzatori del Gay Pride a dichiararsi fermamente contrari all’utero in affitto, all’ideologia gender nelle scuole, a negare una madre e un padre ai bambini, prima di scagliarsi contro chi non la pensa come loro». Posizioni contrapposte, dunque, in un dibattito che rimane aperto, in attesa della manifestazione del 9 giugno.
Il sindaco Non credo che oggi gli lgbt siano discriminati come una volta Contrari Salvadori: «Il sodalizio Noi per la famiglia esprime vicinanza al governatore trentino»