Leggi, Ordini professionali allarmati «Una zavorra, portano tante grane»
Burocrazia, professionisti arrabbiati: «Serve una nuova agenda politica»
I professionisti criticano la «selva» di norme in vigore attualmente in provincia. «Sono una zavorra» dice Gian Maria Barbareschi, presidente del comitato interprofessionale. Nel mirino, ritardi e anche problemi penali. Serafini (Architetti) propone una «nuova agenda politica».
Sono quasi 400 le leggi TRENTO in vigore in provincia a cui si aggiungono 237 regolamenti e migliaia di delibere di giunta. Numeri monstre — resi noti ieri dal Corriere del Trentino — che trasformano le attività dei cittadini in vere e proprie vie Crucis.
Problema ancor più sentito da chi, come ingegneri, geometri e architetti, è costretto a interfacciarsi tutti i giorni con titoli, testi e normative. «È una zavorra che rallenta l’attività dei professionisti e crea inefficienze economiche e amministrative portando, in alcuni casi, anche a spiacevoli conseguenze penali tanto che ormai lavoriamo braccio a braccio con gli avvocati» denuncia Gian Maria Barbareschi, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Trento e del Comitato interprofessionale ordini e collegi tecnici della provincia. Lui il problema lo conosce talmente bene che da tempo tiene un corso dal titolo inequivocabile: «Comprendere per non soccombere».
«La normativa continua ad ampliarsi e a complicarsi. Non mi stupisce che negli anni non sia cambiato nulla (secondo quanto rilevato, cinque anni fa le leggi attive in provincia erano 367, i regolamenti circa 200, E a questa proliferazione normativa si aggiunge che le norme sono scritte con il linguaggio dei giuristi e dunque non sono chiare» spiega, puntando il dito contro l’insostenibile burocratese. E rileva: «Ormai siamo al paradosso: quando si inizia un progetto bisogna essere non solo competenti, ma anche fortunati perché le disposizioni cambiano di continuo e tutta questa instabilità pesa moltissimo anche dal punto di vista economico». Dunque, la semplificazione è un miraggio? Non proprio. Esempi positivi, anche se timidi, iniziano a essercene ma affinché possano diventare la regola e non l’eccezione, secondo il vicepresidente degli Architetti Alessandro Franceschini, bisogna lavorare su due punti: l’informatizzazione dell’apparato amministrativo provinciale e l’uniformità delle interpretazioni. «È importante che possa esserci un unico canale di accesso per i cittadini e che si riducano al massimo le sovrapposizioni. Questo anche sulla scia di quanto previsto dall’ultima riforma Madia».
Un tema, questo, caro anche a Graziano Tamanini, presidente dei Geometri, che avverte: «Il problema non è solo che le norme sono tante, ma è anche che sono incomprensibili. Pensiamo al campo tributario o alla stessa urbanistica: l’interpretazione è sempre soggettiva. Anche solo tra un Comune e l’altro o, peggio, tra un ufficio e l’altro dello stesso Comune, le informazioni e le interpretazioni delle norme divergono». Inoltre, secondo Tamanini, l’Italia — e il Trentino — è tanto generosa nella produzione normativa quanto taccagna nell’abrogazione delle norme desuete. Per fare chiarezza, una delle possibili soluzioni potrebbe essere quella di mettere tutti gli attori intorno allo stesso tavolo. «Parola d’ordine: concertazione» auspica Susanna Serafini, presidente degli Architetti. «Serve una nuova agenda politica — sottolinea — che ci consenta di parlare più dei progetti e meno delle normative. Prendiamo ad esempio quanto fatto con il “regolamento urbanistico ed edilizio unico provinciale”. È la dimostrazione che semplificare e uniformare è possibile». Secondo Serafini, inoltre, è fondamentale dotarsi di una «programmazione più efficace, snella e veloce», specie per le opere pubbliche. «Le lungaggini, le inesattezze e i contenziosi ricadono sui professionisti ma anche sui cittadini. E di questo ci si dimentica troppo spesso» conclude l’architetto.