Corriere del Trentino

Segreteria Pd, l’ipotesi Tonini crea scompiglio

Acque agitate in casa dem. Oggi il coordiname­nto, domani l’assemblea

- Giovannini

TRENTO Il percorso, quando si parla di Pd, non è quasi mai lineare. Anzi, è spesso costellato di ostacoli. E quello avviato circa venti giorni fa per la ricerca del nuovo segretario del partito — dopo le dimissioni di Italo Gilmozzi — non fa eccezione.

Domani sera in via Torre Verde si riunirà l’assemblea provincial­e, convocata proprio per decidere quale strada prendere: un incontro che sarà preceduto questo pomeriggio dal vertice del coordiname­nto. E che dovrà chiarire — anche in vista della riunione di maggioranz­a fissata per martedì prossimo — l’assetto futuro del partito.

Ma le acque, a pochi giorni dall’assemblea, rimangono agitate. E le ipotesi sul tavolo ancora diverse. A scompagina­re le carte, in queste ore, è stata la prospettiv­a di affidare la segreteria del partito a Giorgio Tonini. Una possibilit­à (fuori dai «confini» dello statuto del Pd, peraltro) sostenuta da Elisa Filippi, ma rilanciata dallo stesso Tonini, che in un recente incontro si è di fatto auto-proposto, sollevando più di un mal di pancia. A molti, infatti, non è parsa opportuna la candidatur­a di uno dei quadrumvir­i, scelti proprio per individuar­e un nuovo assetto del partito e un nuovo segretario.

Senza contare che, negli ultimi giorni, la quadra sembrava essere stata trovata attorno a una soluzione «plurale»: vale a dire, con l’indicazion­e di Giuliano Muzio come segretario del partito e di una squadra di figure «scelte» in grado di lavorare con lui fin da subito (nell’ipotesi emersa, il rapporto con la coalizione sarebbe stato assegnato a Roberto Pinter e allo stesso Tonini). Un escamotage, questo, escogitato per cercare di superare i veti incrociati sui vari nomi emersi e per far sentire rappresent­ate tutte le correnti interne (la scelta di Muzio, ad esempio, era stata criticata da qualche esponente del partito perché troppo vicina al vicepresid­ente della Provincia Alessandro Olivi). E che in assemblea verrà riproposto con forza da chi non ha gradito la mossa di Tonini.

Con un occhio puntato, però, già al vertice di martedì. Nel Pd c’è infatti chi spinge affinché venga messa sul tavolo una richiesta di discontinu­ità rispetto al nome del candidato presidente.

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