Rossi e i capigruppo dettano la linea «Dobbiamo aprire a facce nuove»
Martedì il vertice di maggioranza «per definire un metodo di lavoro»
TRENTO «È stato un incontro organizzativo». Ugo Rossi non si dilunga in commenti. Il giorno dopo la cena con i capigruppo di maggioranza — in un locale emiliano di Vigo di Ton, rigorosamente senza campo per non essere disturbati dal cellulare — il presidente della Provincia ci tiene a smorzare qualsiasi ipotesi «bellicosa». «No no, il clima è stato molto positivo» mette le mani avanti Rossi. Che con Alessio Manica (Pd), Gianpiero Passamani (Upt), Lorenzo Ossanna (Patt) e Giuseppe Detomas (Ual), tra una tagliatella e un bicchiere di vino, è partito dall’analisi del voto di un mese fa. «Ognuno ha espresso le proprie valutazioni» aggiunge il governatore. Che guarda ai prossimi passaggi: «Martedì ci vedremo con l’intera coalizione di centrosinistra autonomista per fare il punto della situazione sul percorso di riorganizzazione dei vari partiti. E per darci un metodo di lavoro». Con un occhio già puntato ai confini della coalizione: «Sappiamo tutti — ammette Rossi — che in vista delle Provinciali dobbiamo allargare l’area dell’elettorato. Che si parli di civiche, di facce nuove o di rinnovamento, il punto è sempre lo stesso: l’obiettivo va perseguito».
Pochi accenni ai fatti di questi giorni, nell’incontro noneso, secondo i protagonisti. Anche se qualche richiamo al presidente per rimarcare la linea, da parte di Pd e Upt, sembra essere arrivato.
«Abbiamo confermato ciò che abbiamo detto nei giorni scorsi» assicura Passamani. Che insiste su un punto cardine: «La coalizione è un valore aggiunto. Ma deve essere rinnovata, magari con formule diverse». Un rinnovamento su due livelli, secondo il capogruppo dell’Upt. In primo luogo Passamani guarda al restyling interno ai partiti, «con facce nuove, senza buttare via però ciò che è stato fatto finora». Quindi il capogruppo pensa all’allargamento della coalizione «a chi si vuole impegnare per evitare che in Trentino vi sia una deriva di centrodestra e populista». Persone nuove, ma anche civiche. «Del resto — ricorda Passamani — siamo una civica anche noi. Una cosa è certa: nessuno può rischiare di svegliarsi a ottobre trovando solo il voto di protesta. Ognuno, adesso, è responsabile del proprio soggetto politico. Personalmente, sono fiducioso».
È già proiettato all’incontro di maggioranza di martedì Detomas. «Sarà un momento — guarda oltre l’esponente della Ual — per cercare di capire quali passi fare». Con un imperativo: «Dobbiamo ritrovare il senso di unità della coalizione».
Non un’impresa facile, se si considerano i dibattiti — tutt’altro che all’acqua di rose — che negli ultimi giorni si sono consumati principalmente a mezzo stampa tra le varie parti della compagine di centrosinistra autonomista. Ad accendere la miccia ci ha pensato lo stesso governatore, con dichiarazioni che hanno fatto discutere sulla sua leadership, sul rapporto con gli alleati (in particolare nel documento condiviso dal consiglio del Patt) e, per ultimo, sul patrocinio al Dolomiti Pride. Questioni che martedì prossimo, di sicuro, torneranno a infiammare il confronto.
Gianpaolo Passamani Nessuno può permettersi di risvegliarsi a ottobre e rischiare di trovare solo il voto di protesta