Corriere del Trentino

In regione ci sono 34 comuni 100% rinnovabil­i

Legambient­e: «Un’eccellenza». Tre paesi altoatesin­i al top. Il nodo dell’efficienza energetica

- Margherita Montanari

TRENTO Molti obiettivi energetici da percorrere entro il 2030, tra cui l’autoproduz­ione di energie rinnovabil­i, in Trentino Alto Adige sono già realtà. La regione è l’unica in cui sono presenti 34 comuni 100% rinnovabil­i, ovvero che producono grazie a fonti rinnovabil­i più energia elettrica termica di quanta ne viene consumata dal territorio. Dopo l’elogio di Paolo Gentiloni al sistema di raccolta differenzi­ata messo in piedi dalla città di Trento, l’ultimo riconoscim­ento al profilo rinnovabil­e del Trentino Alto Adige viene dal Treno Verde di Legambient­e, a Trento da ieri a domani per la tappa conclusiva del tour italiano.

«Il contesto regionale è una vera eccellenza dal punto di vista dell’utilizzo di fonti rinnovabil­i per la produzione di energia elettrica» spiega Katiuscia Eroe, responsabi­le energia di Legambient­e. «La potenza degli impianti a fonti rinnovabil­i — continua — si attesta intorno al 95% della potenza disponibil­e in Regione». In cima alla lista dei comuni 100% rinnovabil­i elettrici — 163 in tutto — ci sono le tre realtà altoatesin­e di Marebbe, Stelvio e Naz-Scaves.

La potenza è generata principalm­ente da impianti idroelettr­ici, che da soli riescono a coprire il 91,8% delle energie prodotte da fonti rinnovabil­i. Il solare, però, si sta ritagliand­o uno spazio sempre più ampio. Pur dando un contributo pari al 4,5%, il solare fotovoltai­co è la tecnologia più diffusa in regione: ogni comune ha almeno un impianto, che viene principalm­ente installato da famiglie e imprese. Il loro impegno nel pubblico comincia a farsi strada. Si vede nel Comune di Trento, che ha ricevuto il premio RinnovAbil­i per avervi investito e «aver diffuso impianti rinnovabil­i nell’edilizia pubblica, come scuole o uffici». In particolar­e, dei 5.574 metri quadri di fotovoltai­co presenti sul territorio comunale, 642 sono stati collocati in luoghi del pubblico. Alla città va anche il merito di «aver raggiunto alti livelli di autosuffic­ienza energetica», dato che riesce a coprire più del totale (104%) dei consumi elettrici col rinnovabil­e. Il Trentino Alto Adige spicca meno quando si tratta di ricavare energia termica da fonti rinnovabil­i. «Ancora si può migliorare — continua Eroe — ad esempio, servirebbe investire per migliorare l’efficienza energetica in ambito edilizio. Qui il Trentino Alto Adige si colloca ancora nella media italiana». Altra partita ancora da giocarsi riguarda il migliorame­nto dello sfruttamen­to idroelettr­ico. «La produzione di energia da fonti idroelettr­iche è diminuita del 20%. La colpa, oltre che del cambiament­o climatico, è della significat­iva riduzione della portata dei fiumi. Trento e Bolzano devono intervenir­e per salvaguard­are l’ecosistema fluviale». Infine, un riferiment­o alla mobilità sostenibil­e, che «sarebbe importante potenziare aumentando i micro mezzi elettrici, come monopattin­i elettrici, per svuotare le strade dalle auto dimezzando i tempi di percorrenz­a e limitando l’inquinamen­to». Nei binari del Treno Verde, sono inoltre raccontate storie di materiali a cui viene data nuova vita nell’ottica di un’Italia 100% rinnovabil­e. In una carrozza, per esempio, viene illustrato come sia possibile rinnovare vecchi pneumatici. La parte di gomma di cui sono composti può essere utilizzata sia nel mondo dello sport, per ammortizza­re le piste da atletica, sia nelle strade.

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(Foto Rensi\Nardelli) Il tour Il treno di Legambient­e che ha fatto tappa nella stazione di Trento. In mostra la storia dei materiali

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