Il cda Itas: «Di Benedetto deve dimettersi Le sue dichiarazioni screditanti e lesive»
Dall’ex presidente «affermazioni screditanti e lesive della reputazione societaria»
Il consiglio di amministrazione di Itas mutua, la capogruppo, ieri si è riunito per discutere il da farsi dopo le affermazioni dell’ex presidente Di Benedetto, tuttora membro del cda. Le sue sono «affermazioni fortemente screditanti nei confronti delle posizioni apicali dell’azienda», lesive della reputazione della compagnia assicurativa. Per questi motivi il cda, all’unanimità e senza Di Benedetto, gli ha chiesto di «rassegnare con effetto immediato le dimissioni da tutti gli organi societari del Gruppo Itas», vale a dire il cda di Mutua e di Patrimonio (dove è vicepresidente). Inoltre, dato che non può rappresentare Itas a Roma, «il cda ha deciso di revocare la sua designazione in Ania».
TRENTO Il consiglio di amministrazione di Itas mutua, all’unanimità, ieri ha invitato all’ex presidente Giovanni Di Benedetto a rassegnare le dimissioni da tutti gli organismi societari del gruppo Itas. Inoltre dovrà fare un passo indietro anche da Ania (associazione nazionale delle imprese assicurative), in cui è uno dei vicepresidenti. Intanto le due liste concorrenti in vista dell’assemblea del 24 aprile stanno raccogliendo le firme per partecipare alla competizione elettorale: c’è tempo fino al 13 aprile. In particolare, nella lista di Andrea Girardi, Giulio Tedeschi non sarà nella rosa degli aspiranti consiglieri (nella lista di 13 il suo nome non figura, pur essendo stato da tempo indicato come figura importante del progetto Girardi), ma sarà a disposizione per il collegio sindacale.
Di Benedetto, nei giorni scorsi ha scritto ai 200 delegati che le sue dimissioni, a seguito delle vicende giudiziarie di un anno fa, miravano «ad aprire una fase nuova di ampio dibattito per costruire regole di governance e di assetto aziendali garanti del futuro della nostra realtà assicurativa». Invece «ho assistito a un malcelato assalto alla diligenza» dice l’ex presidente, che attacca i vecchi compagni: «Dopo anni di consensi ho sofferto l’isolamento personale e il tradimento di chi, “coltivato” per operare al mio fianco in un gioco di squadra, assunto a ruoli apicali ha, invece, girato le spalle rinnegando quelle stesse deliberazioni votate all’unanimità». Di Benedetto poi prende di mira «il manierato moralismo» di chi ha «beneficiato per anni di plurimi ruoli nella Mutua e nelle controllate, con retribuzioni e benefits intatti, anche quando le mansioni non erano più apicali». Poi, secondo l’ex presidente, c’è il vicepresidente vicario Giuseppe Consoli che scriveva: «Sarò al tuo fianco quando lo vorrai e su di me potrai contare per sempre», ma che invece «ambiva tramando alla mia eliminazione». «Sono questi gli uomini di sicuro affidamento in questo momento? Gli stessi che insieme detengono oggi tutti i vertici di Itas Mutua, Vita e Val Piave? Credo sia condivisa l’opinione che qualcuno dovrebbe, come io ho fatto, compiere un passo indietro nell’interesse di Itas e della propria dignità». «Sono certo che ogni delegato saprà decidere in piena libertà di coscienza». Un passaggio della lettera risulta poi controverso: «Sappiano i delegati che la nota iniziativa di pedinamento del presidente, come si ricava dalle intercettazioni e dalle dichiarazioni confessorie dello stesso ex direttore generale, agli atti penali, è stata congegnata e gestita in piena sintonia da entrambi», vale a dire con il vicepresidente. Ma va ricordato che è Grassi che fa queste affermazioni: contro Consoli non c’è alcun provvedimento.
Per reazione allora ieri c’è stato un lungo dibattito in cda e il consiglio ha espresso solidarietà verso il presidente Fabrizio Lorenz e il vice Consoli. Le «affermazioni fortemente screditanti nei confronti delle posizioni apicali dell’azienda, che sono state nominate con voto favorevole dello stesso Di Benedetto lo scorso 20 settembre, sono state considerate lesive della reputazione della società e del consiglio, anche rispetto al Codice etico». Perciò i presenti (Di Benedetto non c’era) all’unanimità hanno deciso di «invitare il consigliere di Benedetto a rassegnare con effetto immediato le dimissioni da tutti gli organi societari del Gruppo Itas» — Di Benedetto è consigliere in Mutua e vicepresidente in Patrimonio — «non potendosi più ritenere compatibile detto ruolo con i comportamenti da lui tenuti». Inoltre, dato che non può rappresentare Itas a Roma, «il cda ha deciso di revocare la sua designazione in Ania».
Il cda non poteva d’imperio sollevare Di Benedetto: sarà lui a dover dare le dimissioni. Se dirà di «no», possibili altre determinazioni più forti, ma a venti giorni dall’assemblea ciò sembra improbabile.