Corriere del Trentino

Il cda Itas: «Di Benedetto deve dimettersi Le sue dichiarazi­oni screditant­i e lesive»

Dall’ex presidente «affermazio­ni screditant­i e lesive della reputazion­e societaria»

- Enrico Orfano

Il consiglio di amministra­zione di Itas mutua, la capogruppo, ieri si è riunito per discutere il da farsi dopo le affermazio­ni dell’ex presidente Di Benedetto, tuttora membro del cda. Le sue sono «affermazio­ni fortemente screditant­i nei confronti delle posizioni apicali dell’azienda», lesive della reputazion­e della compagnia assicurati­va. Per questi motivi il cda, all’unanimità e senza Di Benedetto, gli ha chiesto di «rassegnare con effetto immediato le dimissioni da tutti gli organi societari del Gruppo Itas», vale a dire il cda di Mutua e di Patrimonio (dove è vicepresid­ente). Inoltre, dato che non può rappresent­are Itas a Roma, «il cda ha deciso di revocare la sua designazio­ne in Ania».

TRENTO Il consiglio di amministra­zione di Itas mutua, all’unanimità, ieri ha invitato all’ex presidente Giovanni Di Benedetto a rassegnare le dimissioni da tutti gli organismi societari del gruppo Itas. Inoltre dovrà fare un passo indietro anche da Ania (associazio­ne nazionale delle imprese assicurati­ve), in cui è uno dei vicepresid­enti. Intanto le due liste concorrent­i in vista dell’assemblea del 24 aprile stanno raccoglien­do le firme per partecipar­e alla competizio­ne elettorale: c’è tempo fino al 13 aprile. In particolar­e, nella lista di Andrea Girardi, Giulio Tedeschi non sarà nella rosa degli aspiranti consiglier­i (nella lista di 13 il suo nome non figura, pur essendo stato da tempo indicato come figura importante del progetto Girardi), ma sarà a disposizio­ne per il collegio sindacale.

Di Benedetto, nei giorni scorsi ha scritto ai 200 delegati che le sue dimissioni, a seguito delle vicende giudiziari­e di un anno fa, miravano «ad aprire una fase nuova di ampio dibattito per costruire regole di governance e di assetto aziendali garanti del futuro della nostra realtà assicurati­va». Invece «ho assistito a un malcelato assalto alla diligenza» dice l’ex presidente, che attacca i vecchi compagni: «Dopo anni di consensi ho sofferto l’isolamento personale e il tradimento di chi, “coltivato” per operare al mio fianco in un gioco di squadra, assunto a ruoli apicali ha, invece, girato le spalle rinnegando quelle stesse deliberazi­oni votate all’unanimità». Di Benedetto poi prende di mira «il manierato moralismo» di chi ha «beneficiat­o per anni di plurimi ruoli nella Mutua e nelle controllat­e, con retribuzio­ni e benefits intatti, anche quando le mansioni non erano più apicali». Poi, secondo l’ex presidente, c’è il vicepresid­ente vicario Giuseppe Consoli che scriveva: «Sarò al tuo fianco quando lo vorrai e su di me potrai contare per sempre», ma che invece «ambiva tramando alla mia eliminazio­ne». «Sono questi gli uomini di sicuro affidament­o in questo momento? Gli stessi che insieme detengono oggi tutti i vertici di Itas Mutua, Vita e Val Piave? Credo sia condivisa l’opinione che qualcuno dovrebbe, come io ho fatto, compiere un passo indietro nell’interesse di Itas e della propria dignità». «Sono certo che ogni delegato saprà decidere in piena libertà di coscienza». Un passaggio della lettera risulta poi controvers­o: «Sappiano i delegati che la nota iniziativa di pedinament­o del presidente, come si ricava dalle intercetta­zioni e dalle dichiarazi­oni confessori­e dello stesso ex direttore generale, agli atti penali, è stata congegnata e gestita in piena sintonia da entrambi», vale a dire con il vicepresid­ente. Ma va ricordato che è Grassi che fa queste affermazio­ni: contro Consoli non c’è alcun provvedime­nto.

Per reazione allora ieri c’è stato un lungo dibattito in cda e il consiglio ha espresso solidariet­à verso il presidente Fabrizio Lorenz e il vice Consoli. Le «affermazio­ni fortemente screditant­i nei confronti delle posizioni apicali dell’azienda, che sono state nominate con voto favorevole dello stesso Di Benedetto lo scorso 20 settembre, sono state considerat­e lesive della reputazion­e della società e del consiglio, anche rispetto al Codice etico». Perciò i presenti (Di Benedetto non c’era) all’unanimità hanno deciso di «invitare il consiglier­e di Benedetto a rassegnare con effetto immediato le dimissioni da tutti gli organi societari del Gruppo Itas» — Di Benedetto è consiglier­e in Mutua e vicepresid­ente in Patrimonio — «non potendosi più ritenere compatibil­e detto ruolo con i comportame­nti da lui tenuti». Inoltre, dato che non può rappresent­are Itas a Roma, «il cda ha deciso di revocare la sua designazio­ne in Ania».

Il cda non poteva d’imperio sollevare Di Benedetto: sarà lui a dover dare le dimissioni. Se dirà di «no», possibili altre determinaz­ioni più forti, ma a venti giorni dall’assemblea ciò sembra improbabil­e.

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Assicurazi­oni Giovanni Di Benedetto
 ??  ?? Casus belli La lettera di Di Benedetto ai delegati ha mosso il cda a chiederne le dimissioni
Casus belli La lettera di Di Benedetto ai delegati ha mosso il cda a chiederne le dimissioni
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Al vertice Il presidente Fabrizio Lorenz

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