Aquaspace, ultimatum dell’azienda
L’azienda ai sindacati: entro aprile deve sbloccarsi la situazione Altrimenti 6-7 esuberi. Richiesta di «abbuono» dei 90.000 euro
TRENTO A fine marzo la Provincia di Trento aveva cercato di venire incontro ad Aquaspace consentendo all’azienda di dilazionare il pagamento di 90.000 euro dovuti a Dolomiti energia per l’utilizzo del depuratore provinciale. Ieri però la società ha incontrato i sindacati, spiegando che avrebbe preferito un «abbuono» piuttosto che uno spostamento del pagamento. Inoltre la tranquillità con cui si pensava di arrivare al 26 settembre, data dell’udienza, viene meno: se entro il mese di aprile non si sbloccherà la situazione pronti 6-7 licenziamenti.
La vicenda che, in una reazione a catena, aveva portato pochi giorni fa fino alle dimissioni del presidente di Confindustria Giulio Bonazzi (che con la sua famiglia possiede la società Aquafin Holding spa, socio unico di Aquaspace) torna a complicarsi.
Attualmente nell’impianto Aquaspace funziona solo il «depuratore biologico», un quinto dell’attività, mentre quello chimico è fermo. La struttura attiva consente di far lavorare il ramo roveretano di Tessil4 (gruppo Aquafil), ma Aquaspace non può proseguire ancora per molto a un quinto dell’attività. Se si fermasse definitivamente, nel caso ad esempio si accertassero reali responsabilità (le motivazioni del Riesame sono «sistematicità delle violazioni. Rifiuti diluiti per occultare inquinanti») rischierebbero il posto altri 65 addetti Tessil4.
Concentrandosi per adesso solo sui Aquaspace, la proprietà dice che occorre una svolta nel mese di aprile, altrimenti intende licenziare la metà dei suoi 13 dipendenti, mantenendo solo i profili più alti. L’auspicio è che il ricorso in Cassazione per il dissequestro dia una risposta positiva entro aprile, anche se si dovesse riattivare solo una parte dell’impianto. Oppure che i periti, al lavoro da dopodomani, diano segnali confortanti in breve tempo.
A fianco di questa prospettiva che torna negativa, i sindacati si son sentiti dire che tramite l’azionista Provincia, da «De» l’azienda si aspettava la cancellazione del debito di 90.000 euro, non solo più tempo per pagare. «Noi non faremo mai pressing perché la Provincia abbuoni la cifra —— dice Ivana Dal Forno della Femca Cisl —, chiediamo piuttosto che la Holding faccia uno sforzo finanziario per tenere al lavoro tutti i dipendenti fino a settembre». «La situazione è preoccupante. Dopo l’incontro con Piazza Dante ci avevano dato rassicurazioni fino a settembre. E invece non ce la fanno» osserva Osvaldo Angiolini, Uiltec.