Spa partecipate, calano i dividendi E Trento soffre
Bilancio più magro. Dolomiti Energia: - 12%
Sono in calo i dividendi provenienti dalle società partecipate incassati dal Comune di Trento. Dopo il «picco» del 2015, con un importo messo in conto di quasi 12 milioni, nel 2016 la cifra è diminuita fino a 9,3 milioni, per arrivare lo scorso anno a 8,6 milioni di euro. Vale a dire, a circa 73 euro per ogni residente nel capoluogo. Il quadro viene tracciato nel rapporto annuale elaborato dal Servizio sviluppo economico del Comune e pubblicato sul sito di Palazzo Thun. Per quanto riguarda il percorso di cessioni e dismissioni avviato dall’amministrazione, dal 1998 allo scorso anno il Comune ha incassato un totale di circa 18 milioni di euro.
TRENTO Il trend è in discesa: dopo il «picco» registrato nel 2015, il totale dei dividendi provenienti dalle società partecipate incassati dal Comune di Trento si è progressivamente assottigliato. Cifre alla mano, dagli 11.889.784 euro riscossi nel 2015 (relativi al bilancio 2014), l’importo è sceso a 9.376.560 euro nel 2016 per arrivare a quota 8.616.525 euro nel 2017. Un calo che si accompagna al decremento delle quote detenute dall’amministrazione cittadina nelle società partecipate, il cui valore è passato da 44.767.783 euro del 2015 a 44.553.618 euro lo scorso anno.
L’andamento viene tratteggiato nel rapporto delle «Aziende e società di capitali partecipate dal Comune di Trento» del 2017 (aggiornato al bilancio 2016), elaborato dal Servizio sviluppo economico e pubblicato sul sito internet di via Belenzani: un documento che, anno dopo anno, fotografa la situazione e ne analizza le modifiche. Passando poi in rassegna nel dettaglio tutte le società e le aziende partecipate del Comune (15 le società partecipate, due le e aziende speciali).
A catturare l’attenzione è soprattutto il capitolo dedicato ai numeri. Con l’evoluzione del quadro cittadino degli ultimi anni. Un’analisi che parte da un aspetto non secondario: nell’ultimo decennio, in sostanza, Palazzo Thun ha avviato un «complesso percorso di riassetto organizzativo», con l’esternalizzazione «dei servizi a carattere imprenditoriale e una sempre maggiore affermazione di logiche e principi manageriali da parte delle società affidatarie dei servizi pubblici». Le attività non più riconosciute come servizio pubblico, invece, «sono state abbandonate tramite la cessione delle quote azionarie». I dati, in questo settore, parlano chiaro: dal 1998 al 2017 le entrate per il Comune legate alle cessioni hanno raggiunto quota 18.445.830 euro. Con l’ultima operazione — quella relativa alla cessione delle quote del Caproni — che ha fruttato a Palazzo Thun poco più di 300.000 euro nel 2017.
Sul fronte dei dividendi, il totale incassato dal Comune nel corso del 2017, per il bilancio 2016, è stato di circa 8,6 milioni. Con un totale pro-capite di 73,36 euro (erano 79,92 euro nel 2016 e ben 101,36 euro l’anno precedente). «Il Comune — ricorda il rapporto — ha visto in questi anni nella distribuzione dei dividendi una rilevante fonte di finanziamento della propria attività e quindi un ritorno di risorse alla comunità». Ma non tutte le società hanno dato lo stesso apporto. «Si rileva — si legge ancora nel documento — un incremento dei dividendi riscossi nel 2017 rispetto a quelli percepiti nel 2016 di Farmacie Comunali (con un aumento dell’8,33%) mentre un decremento di Dolomiti Energia (meno 12,5%) e FinDolomiti Energia (meno 10,98%)». Tenendo presente, comunque, che da FinDolomiti Energia sono arrivati al Comune 4,5 milioni, mentre da Dolomiti Energia 1,6 milioni degli 8,6 complessivi.
Infine, un occhio al valore nominale delle quote: il totale è di 44,5 milioni (in calo), al quale si aggiunge il capitale di Asis, di quasi 4 milioni. Il valore delle azioni, quantificato in base al patrimonio delle società al netto degli ultimi distribuiti ammonta a quasi 150 milioni.
Il quadro L’importo inserito nell’ultimo bilancio rimane sotto la soglia dei nove milioni