«Gay Pride, confermo la mia scelta»
Il patrocinio di Kompatscher non smuove il presidente: «A me aveva detto diversamente»
Ugo Rossi conferma il no al patrocinio al corteo del Dolomiti Pride. Nemmeno l’ok di Arno Kompatscher e della Provincia di Bolzano smuove il presidente trentino.
TRENTO Ugo Rossi non cambia rotta sul Dolomiti Pride. E pare stizzito per la decisione di Arno Kompatscher di concedere il patrocinio della Provincia altoatesina, che si somma a quelli dei Comuni di Trento e Bolzano. «Il presidente Kompatscher — dice — mi aveva espresso per le vie brevi condivisione rispetto al patrocinare tutte le iniziative tranne la sfilata». Fatto sta che dal presidente altoatesino non solo è arrivato pieno semaforo verde, ma addirittura l’augurio agli organizzatori «di una manifestazione di successo». Rossi, però, non pare temere l’isolamento sulla vicenda. «Confermo la posizione già formalizzata — ribadisce — ossia patrocinio a tutte le iniziative del Dolomiti Pride tranne che per la sfilata». Una posizione che ha destato non poche polemiche, specie per le motivazioni offerte dal governatore che aveva definito la parata «un aspetto più di folklore e di esibizionismo». Parole contestate nella stessa giunta provinciale, a partire dall’assessore alle Pari opportunità, Sara Ferrari, che aveva bollato la posizione come «lontana dai valori del centrosinistra autonomista». E ora la decisione di Kompatscher sembra allargare ancor più le crepe, visto che tra Trento e Bolzano, di norma, vi è condivisione di vedute. Rossi fa spallucce: «È una decisione che ovviamente la Provincia di Bolzano ha preso in totale autonomia, così come in autonomia ha agito la Provincia di Trento».
Pantaloni blu, giubbottino TRENTO di pelle, il volto segnato. Tenta di coprirsi con alcuni fogli bianchi per sfuggire ai fotografi. Sul suo viso, quasi senza un velo di trucco, non c’è più traccia di quell’energia e quella forza che hanno sempre contraddistinto la battagliera ex dirigente del Cue., anche nei momenti più difficili.
Luisa Zappini è provata. Le lacrime le velano gli occhi. «Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo male» sussurra al suo avvocato, Nicola Stolfi, all’uscita dall’aula 4 al piano terra del palazzo di giustizia dove ieri mattina si è svolto l’interrogatorio di garanzia dell’ex funzionaria provinciale (ora sospesa dal servizio) agli arresti domiciliari per truffa e peculato.