Zappini, il momento della conta dei danni Stimati 10.000 euro
La stima delle assenze dal luogo di lavoro. La difesa cerca di ridimensionare l’accusa
Diecimila euro. È questo il conto totale delle presunte irregolarità contestate dalla Procura di Trento a Luisa Zappini in relazione al reato di truffa per cui l’ex funzionaria pubblica risulta indagata. Alla somma gli inquirenti sono arrivati stimando il valore dei giorni di assenza dal lavoro: 1.500 euro per cinque giorni di una lunga vacanza alle Maldive, altri 600 per il Capodanno 2014 passato a New York e altrettanti per due giorni a Parigi. Ventidue sono invece gli spostamenti con l’auto di servizio del Cue sotto la lente della magistratura, con destinazione Rabbi, Verona e Bergamo ma non solo. Una serie di contestazioni formalizzate partendo dalla ricostruzione eseguita dagli agenti della squadra mobile di Trento. «Esamineremo ogni singola questione e forniremo le giuste spiegazioni per ogni fatto» è la difesa del suo avvocato.
In auto Sono 22 gli spostamenti con il mezzo del Cue irregolari secondo l’indagine
TRENTO Seicento euro per il Capodanno a New York del 2014, millecinquecento per cinque giorni alle Maldive nel 2015, altri seicento per due giorni a Parigi in quello stesso anno.
Sono alcune delle somme stimate come presunto danno economico che Luisa Zappini avrebbe prodotto nei confronti dell’ente pubblico sfruttando impropriamente i permessi di cura concessi dalla legge 104. Complessivamente, dei 50 eventi contestati all’ex dirigente della Centrale unica d’emergenza, 28 riguardano l’ipotesi di truffa comprendente il presunto uso non regolare dei permessi e le situazioni in cui Zappini risulterebbe essere stata in servizio mentre secondo l’accusa sarebbe stata altrove. Gli altri 22 sono invece relativi all’ipotesi di peculato, vale a dire situazioni in cui la Procura sostiene che l’ex dirigente abbia utilizzato l’auto del Cue per spostamenti estranei al servizio. Una serie di presunte irregolarità mosse a partire dalle ricostruzioni effettuate dagli investigatori della squadra mobile di Trento verificando biglietti aerei, liste passeggeri, celle telefoniche, passaggi alle barriere autostradali e presenze annotate dal badge.
Per quantificare l’ipotetico danno che l’ex dirigente avrebbe prodotto nei confronti dell’ente pubblico, gli inquirenti hanno stimato il valore della retribuzione ottenuta dalla dirigente nei giorni o nelle ore in cui non avrebbe però prestato servizio. In questo modo l’accusa calcola 300 euro per una giornata che Zappini avrebbe passato in Val d’Aosta nel febbraio 2016, altri 300 per un presunto viaggio in Spagna nel giugno dello stesso anno e 615 per due giorni del - più lungo - viaggio alle Hawaii. Il conto totale si aggira intorno ai 10.000 euro.
L’avvocato Nicola Stolfi, legale di Zappini, ha spiegato che «adesso esamineremo ogni singola questione, ricostruendola e fornendo le giuste spiegazioni per ogni fatto nella prospettiva di chiarirli tutti» (Corriere del Trentino di venerdì). Tra gli episodi, per esempio, Zappini ha ribadito più volte di non essere mai partita per il viaggio di Parigi del giugno 2016 citato dal consigliere provinciale Filippo Degasperi nella sua interrogazione e oggi contestatole dalla Procura, mentre in relazione alla vacanza a Honolulu, l’avvocato Stolfi ha sottolineato trattarsi di un viaggio prenotato da tempo «la cui partenza è slittata negli ultimi giorni» e di conseguenza, a quel punto, sarebbe slittato anche il rientro: «Al cambiamento di piano non è però seguita la richiesta di modifica del permesso per 104 in ferie». Una spiegazione simile a quella fornita per il viaggio alle Maldive del 2015.
Ventidue sono invece gli spostamenti con la Fiat Bravo di servizio del Cue ritenuti irregolari dalla Procura. Con una delibera del 2017, la Provincia aveva stabilito il divieto di utilizzare il mezzo per ragioni estranee al servizio. Secondo le accuse, invece, Zappini si sarebbe servita del veicolo fuori dall’«orario lavorativo» nel febbraio del 2016 e nel maggio 2017 per andare a Rabbi. Lo stesso avrebbe fatto nel giugno dell’anno precedente con destinazione Verona. Nel marzo 2017, secondo la Procura sempre fuori dall’orario di lavoro, l’ex dirigente avrebbe usato l’auto per andare nel padovano e Bergamo, mentre a novembre sarebbe andata a Brescia per ragioni estranee al suo lavoro. Spostamenti su cui ora Zappini, insieme al suo legale, potrà fare chiarezza come nel caso dei viaggi all’estero e di tutti gli altri episodi contestati. In particolare l’avvocato Stolfi ha ribadito che l’ex dirigente non era solida badare troppo all’orologio mentre lavorava, come dimostrerebbe anche il monte da 1.110 ore di ferie accumulate ma non godute.
Inoltre, proprio per tale ragione, secondo l’avvocato andrebbe chiarito cosa significa nel caso della dirigente “orario di lavoro” e quindi “fuori servizio”. Zappini e il suo legale hanno comunque sempre chiarito che delle incongruenze negli orari potrebbero anche essere rilevate, ma che se anche così dovesse essere «non si è trattato sicuramente di atti compiuti con la volontà di truffare» ha sottolineato nei giorni scorsi Stolfi, aggiungendo che in quell’eventualità si tratterebbe di «errori formali».
Venerdì, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Claudia Miori, Zappini ha preferito non parlare, almeno non in questa sede. Parlerà, per chiarire la sua posizione,ma non adesso, forse in un confronto diretto con il pm Marco Gallina, titolare dell’indagine. Intanto la difesa, sempre venerdì, ha chiesto e ottenuto l’attenuamento della misura cautelare con la possibilità per Zappini di avere contatti con i familiari e i propri genitori.