Corriere del Trentino

Primavera verde grazie al biologico

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produce in tal modo oltre 500 qualità di frutta e verdura, pagate a prezzi ottimi da ristorator­i che intendono offrire eccellenze alimentari. Nel loro orto le verdure sono seminate affinché si integrino in modo armonioso, proteggend­osi mutuamente, secondo antiche regole di compatibil­ità. La coltivazio­ne richiede una certa fatica, perché quasi interament­e a mano, i consumator­i però colgono al volo la differenza organolett­ica di quanto acquistano, anche se il prezzo è leggerment­e superiore a quello del supermerca­to.

Simile esperienza propone nel suo maso a Romeno in val di Non Italo Francisci, che per molti è ormai un paladino dell’agricoltur­a biologica e il testimonia­l della fattibilit­à di altri modelli di coltura, in un contesto dominato da pomari intensivi.

Pure la Chiesa altoatesin­a mediante le deliberazi­oni del recente Sinodo diocesano ha invitato a preferire tali forme di produzione agricola rispetto a quelle di maggiore impatto ecologico. Come realizzare però questa «primavera verde»? Anzitutto ragionando sul fatto che tali modi di coltivare sono — a lungo andare — più economici e lasciano meno tracce negative nei terreni. In secondo luogo, riflettend­o che solo così noi utenti garantiamo la nostra salute e quella dei nostri figli.

Vale allora la pena informarsi su come e dove vengano prodotti gli ortaggi e la frutta di cui ci nutriamo e anche spendere un po’ di più, secondo il motto «chi più spende, meno spende».

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Sostenibil­ità Un orto biologico

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