ALBERGO DIFFUSO, UNA BUONA IDEA
Èinteressante e utile riflettere attorno all’«hotel diffuso», argomento in apparenza a uso e consumo degli albergatori. L’ingente patrimonio edilizio, non solo delle città storiche ma anche di parte delle espansioni urbane del Novecento che negli anni in Trentino hanno accumulato metri cubi («vuoti a perdere»), ha infatti la possibilità di tornare a rivivere attraverso un dispositivo legislativo voluto dal governo centrale, ora in fase di recepimento da parte della Provincia. Tale dispositivo, se sarà combinato con indirizzi e incentivi adeguati, potrà essere veicolo di una nuova stagione di attenzione e integrazione tra spazio pubblico e proprietà privata.
Proprio perché questo è uno dei grandi temi degli ultimi anni, si dovrà procedere con attenzione. Il punto chiave verte attorno alla necessità di ricostruire una continuità tra l’abitare privato e i luoghi che hanno perso identità, fascino, bellezza. Così il tema vero sarà ancora la qualità, piuttosto che la quantità, e dovrà essere il volano delle politiche urbanistiche e paesaggistiche future, strettamente integrate con quelle turistiche, per rendere possibile un modello di ospitalità capace di riconoscere la «diversità» del vivere tra le esigenze del pubblico e del privato, come solo nelle Alpi può e deve essere attuato. Un approccio al quale va aggiunto un nuovo atteggiamento culturale che preveda di non affidare al solo marketing gli obiettivi di sviluppo del turismo invernale ed estivo. Ciò per evitare che le buone idee (vedi l’«albergo diffuso») possano tradursi in semplici meccanismi utili a sostenere alcune, isolate, iniziative private. Mentre l’interesse reale, in Trentino, è attivare processi che vedano un coinvolgimento a più livelli di strategie economiche, sociali, culturali sospinti da un’originale visione urbanistica capace di garantire una qualità sempre più estesa.
Un convegno, che si terrà venerdì prossimo a Palazzo delle Albere e incentrato sul rapporto tra paesaggio e architettura per un turismo di qualità, rifletterà su come riqualificare le strutture alberghiere e l’offerta. L’attenzione sembra però essere ancora una volta incentrata attorno al manufatto e all’architettura, piuttosto che su una proiezione complessiva che abbracci anche la dimensione urbanistica e i molti spazi anonimi esistenti. Il rischio, in agguato, è che senza idee chiare su quale Trentino portare avanti, anche un’intuizione originale come l’«albergo diffuso» possa trasformarsi in un’occasione sprecata. C’è di che riflettere.