Corriere del Trentino

ALBERGO DIFFUSO, UNA BUONA IDEA

- di Pino Scaglione

Èinteressa­nte e utile riflettere attorno all’«hotel diffuso», argomento in apparenza a uso e consumo degli albergator­i. L’ingente patrimonio edilizio, non solo delle città storiche ma anche di parte delle espansioni urbane del Novecento che negli anni in Trentino hanno accumulato metri cubi («vuoti a perdere»), ha infatti la possibilit­à di tornare a rivivere attraverso un dispositiv­o legislativ­o voluto dal governo centrale, ora in fase di recepiment­o da parte della Provincia. Tale dispositiv­o, se sarà combinato con indirizzi e incentivi adeguati, potrà essere veicolo di una nuova stagione di attenzione e integrazio­ne tra spazio pubblico e proprietà privata.

Proprio perché questo è uno dei grandi temi degli ultimi anni, si dovrà procedere con attenzione. Il punto chiave verte attorno alla necessità di ricostruir­e una continuità tra l’abitare privato e i luoghi che hanno perso identità, fascino, bellezza. Così il tema vero sarà ancora la qualità, piuttosto che la quantità, e dovrà essere il volano delle politiche urbanistic­he e paesaggist­iche future, strettamen­te integrate con quelle turistiche, per rendere possibile un modello di ospitalità capace di riconoscer­e la «diversità» del vivere tra le esigenze del pubblico e del privato, come solo nelle Alpi può e deve essere attuato. Un approccio al quale va aggiunto un nuovo atteggiame­nto culturale che preveda di non affidare al solo marketing gli obiettivi di sviluppo del turismo invernale ed estivo. Ciò per evitare che le buone idee (vedi l’«albergo diffuso») possano tradursi in semplici meccanismi utili a sostenere alcune, isolate, iniziative private. Mentre l’interesse reale, in Trentino, è attivare processi che vedano un coinvolgim­ento a più livelli di strategie economiche, sociali, culturali sospinti da un’originale visione urbanistic­a capace di garantire una qualità sempre più estesa.

Un convegno, che si terrà venerdì prossimo a Palazzo delle Albere e incentrato sul rapporto tra paesaggio e architettu­ra per un turismo di qualità, rifletterà su come riqualific­are le strutture alberghier­e e l’offerta. L’attenzione sembra però essere ancora una volta incentrata attorno al manufatto e all’architettu­ra, piuttosto che su una proiezione complessiv­a che abbracci anche la dimensione urbanistic­a e i molti spazi anonimi esistenti. Il rischio, in agguato, è che senza idee chiare su quale Trentino portare avanti, anche un’intuizione originale come l’«albergo diffuso» possa trasformar­si in un’occasione sprecata. C’è di che riflettere.

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