Lagorai, cade nel canalone: scialpinista muore
Aldo Giovanelli, 43 anni, di Imer, è stato tradito dal ghiaccio. Lo scialpinista era già arrivato sulla cima Colbricon
Tragica caduta, ieri mattina, sul Lagorai. Aldo Giovanelli ha perso la vita mentre stava affrontando un escursione con gli sci sul Colbricon insieme a un amico. I due erano partiti la mattina presto da San Martino di Castrozza e avevano raggiunto Ces, per poi avventurarsi in un canalone. Lì, forse tradito da un lastrone di ghiaccio, Giovanelli è scivolato precipitando per 300-400 metri. Lascia la moglie e una figlia piccola.
TRENTO Una cornice di neve ghiacciata potrebbe averlo tradito. Aldo Giovanelli, 43 anni, di Imer, agente di commercio, grande appassionato ed esperto di montagna, era già arrivato sulla cima Colbricon, nella catena del Lagorai, a quota 2600 metri, quando, all’improvviso, è scivolato sulla coltre ghiacciata ed è precipitato in un canalone. Un volo di circa 300-400 metri che, purtroppo, non ha lasciato via di scampo allo scialpinista del Primiero.
È accaduto tutto in fretta ieri mattina, pochi attimi. Stefano Boninsegna, l’amico che aveva iniziato la salita con lui, era rimasto un po’ indietro. Solo quando ha raggiunto la vetta si è reso conto che Aldo non era lì ad aspettarlo. Chi frequenta la montagna sa cosa può succedere, sa che, talvolta, basta un attimo. Così quando ha visto il bastoncino dell’amico abbandonato sulla neve ha subito capito. Non ha aspettato un attimo, ha agguantato il telefono cellulare e ha allertato il numero unico di emergenza 112. Erano le 10.05. Il silenzio della montagna, la cima innevata, il tempo sulle vette bianche sembra quasi fermarsi, ma per lui ieri è sembrato interminabile. Sono stati lunghissimi minuti di attesa, divisi tra l’angoscia e la speranza.
Ha sperato fino all’ultimo anche se, in cuor suo forse sapeva che non c’era più nulla da fare. È difficile salvarsi da un volo di quel tipo in un canalone e uno scialpinista esperto lo sa bene. Subito dopo la chiamata d’allarme si è messa in moto la macchina dei soccorsi, il coordinatore dell’area operativa Trentino Orientale ha chiesto l’intervento dell’elicottero di Trentino emergenza che ha trasportato in quota alcuni tecnici del soccorso alpino della stazione di San Martino di Castrozza. I soccorritori hanno individuato lo scialpinista in un canalone e, purtroppo, non hanno potuto fare niente per salvarlo. Aldo è morto sul colpo a causa dei gravissimi traumi riportati nella caduta. Il corpo dell’agente di commercio del Primiero è stato verricellato e trasportato nella caserma dei vigili del fuoco di Primiero. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri per i rilievi di legge.
Un colpo durissimo per la moglie Silvia Scalet e la figlioletta di soli otto anni. Aldo si era sposato solo qualche anno fa, le foto sul profilo facebook della moglie raccontano la loro storia, il loro amore, la felicità di una famiglia e la grande passione per lo sport e la montagna che li univa. Aldo Giovanelli, viveva a Transacqua e lavorava come rappresentante di articoli sportivi per la California Sports, ieri era a casa dal lavoro e così aveva approfittato per effettuare un’uscita in quota con gli sci d’alpinismo. Il percorso al monte Colbricon è una delle grandi classiche invernali della zona Paneveggio-Passo Rolle. Insieme all’amico era partito al mattino presto da San Martino di Castrozza. I due hanno raggiunto Ces, dove ci sono gli impianti, poi sono arrivati alla base della cima Colbricon, hanno percorso un canalone che porta alla forcella, poi dalla forcella sono risaliti fino alla cima. Ma in quota la neve al mattino presto è molto ghiacciata e forze proprio un lastrone di ghiaccio ha tradito uno scialpinista esperto e prudente come era Aldo Giovanelli.
Una tragica fatalità che ha colpito al cuore un’intera comunità. Aldo era il figlio dell’ex sindaco di Imer, Giuseppe Giovanelli, un volto molto noto nel Primiero, non solo per il suo passato impegno nell’amministrazione comunale, ma anche nel sociale, nello sport e nel consiglio pastorale. Una passione, quella per lo sport, che aveva contagiato anche Aldo, tanto che il 43enne l’aveva trasformata nel suo lavoro.