Corriere del Trentino

Fravezzi: «Il gattopardi­smo? Meglio il migliorame­nto»

L’ex senatore: «La maggioranz­a deve fare il punto e rivedere l’intero progetto politico»

- Andrea Rossi Tonon

TRENTO «Non mi pare che i trentini, ma nemmeno gli italiani, chiedano un cambiament­o qualunque esso sia. Chiedono piuttosto delle risposte». Vittorio Fravezzi replica così alla lettura del momento politico data dall’ex consiglier­e provincial­e Silvano Grisenti (Corriere del Trentino di domenica), valutando poi «non coerente» la prospettiv­a di avviciname­nto di Progetto Trentino alla Lega. Per il centrosini­stra autonomist­a, invece, secondo il rappresent­ante politico dell’Upt è il momento di un «report».

Fravezzi, l’ex Margherita Grisenti invoca un cambiament­o. Cosa ne pensa?

«Non mi pare che sia ciò che chiedono i trentini, i quali oltre a esprimere rabbia e sconforto si aspettano semmai delle risposte. Più che un cambiament­o serve dunque un migliorame­nto nel fare le cose e nel comunicarl­e, perché le competenze ci sono ma credo ci sia stato un deficit nel raccontare cosa è stato fatto. I cittadini hanno palesato un senso di solitudine e una richiesta di protezione sociale, noi dobbiamo intervenir­e. Teorizzare il cambiament­o affinché poi nulla cambi è poco coerente con questa terra».

Grisenti strizza anche l’occhio alla Lega. È un avviciname­nto possibile?

«Mi pare che voglia rappresent­are un elemento di rassicuraz­ione a livello generale, un po’ come Silvio Berlusconi, ma credo lasci il tempo che trova. Piuttosto, non vedo coerente questo processo con i valori di molte persone all’interno di Progetto Trentino, tra cui i consiglier­i Simoni e Zanon. Per loro, credo, abbia più senso partecipar­e al rilancio di una cultura politica che, con grande umiltà, l’Upt sta cercando di avviare».

È un processo che potrebbe coinvolger­e anche il mondo civico, ma nell’annessione non intravede l’ammissione di un’incapacità da parte dei partiti di rappresent­are fette di popolazion­e?

«Il civismo è sempre stata una parte fondante del nostro progetto politico. Credo anche nella nostra regione si stia vivendo una nuova fase politica che va organizzat­a e i civici possono avere un ruolo. Tuttavia il civismo è necessario ma non sufficient­e».

Cosa serve ancora?

«Rilanciare l’intero progetto politico del centrosini­stra autonomist­a, quindi ridefinire l’idea che abbiamo per il Trentino del futuro. Serve che la maggioranz­a elabori un report delle cose fatte per vedere cosa ha funzionato, cosa no, e come farlo funzionare: un politico lungimiran­te cerca di capire cos’è successo. Poi serve costruire un’alleanza dal forte profilo europeista, perché è questo l’elemento che ci può distinguer­e anche in una competizio­ne elettorale».

E per la presidenza?

«A questa domanda potrò rispondere dopo che si saranno concluse le prime due fasi. Comunque se prevarrà l’individual­ismo faremo presto, salvo che poi la politica il conto te lo manda sempre. Meglio concentrar­si sulle politiche, rispettand­o quelle regole che ci sono anche se non sempre sono scritte».

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