Fravezzi: «Il gattopardismo? Meglio il miglioramento»
L’ex senatore: «La maggioranza deve fare il punto e rivedere l’intero progetto politico»
TRENTO «Non mi pare che i trentini, ma nemmeno gli italiani, chiedano un cambiamento qualunque esso sia. Chiedono piuttosto delle risposte». Vittorio Fravezzi replica così alla lettura del momento politico data dall’ex consigliere provinciale Silvano Grisenti (Corriere del Trentino di domenica), valutando poi «non coerente» la prospettiva di avvicinamento di Progetto Trentino alla Lega. Per il centrosinistra autonomista, invece, secondo il rappresentante politico dell’Upt è il momento di un «report».
Fravezzi, l’ex Margherita Grisenti invoca un cambiamento. Cosa ne pensa?
«Non mi pare che sia ciò che chiedono i trentini, i quali oltre a esprimere rabbia e sconforto si aspettano semmai delle risposte. Più che un cambiamento serve dunque un miglioramento nel fare le cose e nel comunicarle, perché le competenze ci sono ma credo ci sia stato un deficit nel raccontare cosa è stato fatto. I cittadini hanno palesato un senso di solitudine e una richiesta di protezione sociale, noi dobbiamo intervenire. Teorizzare il cambiamento affinché poi nulla cambi è poco coerente con questa terra».
Grisenti strizza anche l’occhio alla Lega. È un avvicinamento possibile?
«Mi pare che voglia rappresentare un elemento di rassicurazione a livello generale, un po’ come Silvio Berlusconi, ma credo lasci il tempo che trova. Piuttosto, non vedo coerente questo processo con i valori di molte persone all’interno di Progetto Trentino, tra cui i consiglieri Simoni e Zanon. Per loro, credo, abbia più senso partecipare al rilancio di una cultura politica che, con grande umiltà, l’Upt sta cercando di avviare».
È un processo che potrebbe coinvolgere anche il mondo civico, ma nell’annessione non intravede l’ammissione di un’incapacità da parte dei partiti di rappresentare fette di popolazione?
«Il civismo è sempre stata una parte fondante del nostro progetto politico. Credo anche nella nostra regione si stia vivendo una nuova fase politica che va organizzata e i civici possono avere un ruolo. Tuttavia il civismo è necessario ma non sufficiente».
Cosa serve ancora?
«Rilanciare l’intero progetto politico del centrosinistra autonomista, quindi ridefinire l’idea che abbiamo per il Trentino del futuro. Serve che la maggioranza elabori un report delle cose fatte per vedere cosa ha funzionato, cosa no, e come farlo funzionare: un politico lungimirante cerca di capire cos’è successo. Poi serve costruire un’alleanza dal forte profilo europeista, perché è questo l’elemento che ci può distinguere anche in una competizione elettorale».
E per la presidenza?
«A questa domanda potrò rispondere dopo che si saranno concluse le prime due fasi. Comunque se prevarrà l’individualismo faremo presto, salvo che poi la politica il conto te lo manda sempre. Meglio concentrarsi sulle politiche, rispettando quelle regole che ci sono anche se non sempre sono scritte».