Corriere del Trentino

«Richiedent­i asilo, il problema è la residenza»

Stasera il report di Medici senza frontiere. Dalla Pria: Brennero, 5-30 passaggi al giorno

- Amos Sandri

TRENTO «Per effetto della chiusura delle frontiere, cresce il numero dei migranti che restano bloccati a Bolzano. Sono migranti in uscita dall’Italia ma anche in entrata, in particolar­e da Austria e Germania dove hanno ricevuto un diniego della protezione, con l’intenzione di presentare una nuova richiesta di asilo in Italia». Inizia così il rapporto «fuori campo» di Medici Senza Frontiere (Msf) che sarà presentato oggi alle 20.30 al centro per la cooperazio­ne internazio­nale di Trento nell’ambito dell’incontro «Migranti. Diritti negati. Tra marginalit­à sociale e barriere amministra­tive».

L’evento, organizzat­o da Antenne Migranti, vuole offrire un quadro generale della situazione italiana e regionale attraverso la presentazi­one del rapporto di Msf e del lavoro di monitoragg­io nei centri d’accoglienz­a straordina­ri della campagna «LasciateCI­Entrare».

Quella del Brennero è da sempre una delle principale rotte percorse dai migranti per raggiunger­e il nord Europa. Una via, che nonostante gli accordi fatti dal ministro Minniti con la Libia, non ha visto un marcato calo di afflusso come spiega Federica Dalla Pria, coordinatr­ice del progetto Antenne Migranti.

«Consideran­do che non sono solo persone appena sbarcate che cercano di andare in nord Europa, ma anche esseri umani in altre situazioni di vita e con altri profili giuridici — ci sono ad esempio persone già titolari del permesso di soggiorno ma che non hanno il passaporto e cercano una vita più dignitosa fuori dall’Italia — in realtà il flusso non è cambiato più di tanto. Nel 2017 in media, sono passate tra le 5 e le 30 persone al giorno».

Tra le principali problemati­che che i migranti devono affrontare vi è l’accesso alla procedura di richiesta d’asilo. «Di fatto tutte le questure in Italia pongono il vincolo della residenza e questo — spiega la coordinatr­ice — è un grande problema perché una persona che arriva e non ha niente, come fa a dimostrare di avere una residenza?».

I tempi burocratic­i che intercorro­no dalla richiesta d’asilo al momento di fare le impronte digitali è un’altra barriera amministra­tiva rilevante. «In questo lasso di tempo, anche se regolare, il migrante non è ancora riconosciu­to a tutti gli effetti come richiedent­e asilo. Ciò comporta una fila di conseguenz­e in quanto non può avere il codice fiscale e quindi ha un accesso limitato a tutta una serie di diritti, tra cui l’iscrizione alle scuole».

Infine, ottenuto il riconoscim­ento d’asilo è molte difficoltà richiedere la residenza perché spesso le situazioni abitative sono precarie e temporanee. «Nel momento in cui non hai un contratto — continua Dalla Pria — non puoi andare a registrare la residenza. Questo comporta una limitazion­e nell’accesso ai diritti civili. Non hai accesso alle prestazion­i sociali, non puoi fare la tessera sanitaria e non puoi iscriverti all’agenzia del lavoro. Parleremo anche di questo all’incontro di questa sera perché “lasciateCI­Entrare” è una campagna sulla questione della residenza per sensibiliz­zare il fatto dei diritti negati. “Fuoricampo” invece si occupa della questione degli accampamen­ti informali, composti sia da quelle persone arrivate autonomame­nte che non ottengono posto nei centri di accoglienz­a e hanno problemi di accesso alla procedura, sia dalle persone uscite dai centri di accoglienz­a che dopo processi di mancata inclusione vanno a creare questi campi».

 ?? (Foto Rensi) ?? Studio Un richiedent­e asilo ospite della Residenza Fersina a Trento durante una lezione. L’associazio­ne Antenne migranti lamenta ostacoli nelle pratiche per la richiesta di asilo in Italia
(Foto Rensi) Studio Un richiedent­e asilo ospite della Residenza Fersina a Trento durante una lezione. L’associazio­ne Antenne migranti lamenta ostacoli nelle pratiche per la richiesta di asilo in Italia

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