«Il mio lungoviaggio»
L’evento Grandi sarà al Cristallo di Bolzano il 17 aprile con un live show «Sul palco con i Pastis tra musica, videoarte, foto ma anche i miei classici»
Il Lungoviaggio di Irene Grandi passa anche dal Teatro Cristallo di Bolzano, dove il 17 aprile (ore 21) la cantante toscana è attesa assieme ai Pastis per l’ultimo appuntamento della rassegna
Racconti in Musica. Lungi dall’essere un greatest hits Lungoviaggio è un progetto in divenire che si modifica e si rinnova strada facendo a cavallo tra musica, fotografia e video arte. Sul palco la voce di Irene Grandi asseconda l’alchimia artistica dei Pastis, ossia i fratelli Saverio Lanza (chitarra e pianoforte) e Mario Lanza (fotografia e computer). Un progetto artistico all’insegna della sperimentazione e della ricerca, in cui vengono proposti brani per lo più inediti con alcune concessioni al repertorio dell’autrice di Prima di partire (2003) e Un vento senza nome (2015). Dopo il disco inciso assieme a Stefano Bollani nel 2012, che ha segnato anche l’inizio della collaborazione artistica con Saverio Lanza, Irene Grandi si è orientata verso una direzione più raffinata e di ricerca, come lei stessa racconta. Sono disponibili i biglietti a 25 euro (20 ridotto con Cristallo Card).
Com’è nato il progetto coi Pastis e perché unire musica, fotografia e videoarte?
«Con Saverio ci conosciamo da quando eravamo ragazzi, a Firenze abbiamo fatto la nostra palestra musicale negli stessi luoghi. Poi non ci siamo più visti per anni e ci siamo ritrovati in occasione del disco registrato assieme a Stefano Bollani, dove Saverio ha scritto l’inedito Come non mi hai visto mai con Cristina Donà. Per
Un vento senza nome è stato coautore e produttore e abbiamo condiviso anche l’esperienza di Sanremo. Così ho conosciuto il progetto che aveva con il fratello in cui creano musica partendo da un video, da una foto o da una frase rubata per strada. Mi hanno coinvolta e ne sono rimasta affascinata tanto da volerci costruire uno spettacolo vero e proprio».
Come si sviluppa questo spettacolo multimediale?
«Sul palco siamo noi tre: io alla voce, Saverio che si divide tra chitarre e pianoforte e Mario alla macchina fotografica e al computer, quarto elemento sulla scena. Poi armeggia anche con uno strano joystick che favorisce l’interazione col pubblico. La prima cellula dello spettacolo nasce da un’improvvisazione e il legame tra video e musica è fortissimo: ne sono uscite tutte canzoni inedite e se le registreremo dovremmo farne un visual album. Ci sarà anche qualche canzone del mio repertorio, riadattata a questa forma un po’ pazza, ma al centro ci sono le voci e la musicalità della gente: da Martin Luther King alle voci del mercato rionale, da quelle dei miei genitori a Tiziano Terzani».
Quale direzione artistica la incuriosisce di più?
«Questo progetto parallelo mi ha arricchito molto anche come musicista pop. Il viaggio è sempre stato un tema a me molto caro: oggi lo vivo più come introspezione che come ribellione. Ho l’ambizione di non volermi fermare a uno standard: il disco nuovo sarà diverso, più progressive e meno classico e risentirà di questo vento che mi ha portato un po’ altrove».