Danza, «Fourteen Days» Ultima data della stagione «Un ottimo lavoro corale»
Michael Nunn e William Trevitt sono i fondatori storici di BalletBoyz, la compagnia di Londra fatta di dieci danzatori maschi che domani chiuderanno la stagione regionale Indanza al Teatro Comunale di Bolzano con il loro ultimo lavoro
Fourteen Days, con quattro nuove coreografie di Javier de Frutos, Craig Revel Horwood, Iván Pérez e Christopher Wheeldon e il classico Fallen firmato da Russel Maliphant per la compagnia.
Michael Nunn e William Trevitt, come mai una compagnia solo maschile?
«Quando la compagnia fu creata, molti duetti erano fatti apposta per noi due e quando abbiamo lasciato il posto sul palco a danzatori più giovani e validi abbiamo visto che i coreografi erano interessati all’idea di fare danzare tra loro danzatori maschi. Pensavamo fosse un progetto a breve termine, ma visto il responso positivo del pubblico e che ogni coreografo che contattavamo pensava allo stesso modo, abbiamo continuato su questa linea».
Qual è l’idea alla base dell’ultimo lavoro Fourteen days?
«Negli anni abbiamo osservato che gli artisti spesso danno il meglio della loro creatività se hanno dei parametri precisi da seguire. Abbiamo posto un limite di tempo di 14 giorni al periodo creativo. Ciascuno degli 8 artisti coinvolti, 4 coreografi e 4 musicisti, ha lavorato in modo differente a seconda delle loro esperienze precedenti e questo era in fondo quello che volevamo esplorare. Il risultato sono stili, tecniche e quattro performance molto diverse».
E poi c’è Fallen, che Russel Maliphant scrisse per voi.
«Fallen è un bellissimo lavoro che abbiamo eseguito tantissime volte. Quello che Russell ha creato era adatto allo stile e lo spirito della compagnia. Mette in evidenza tutto il talento e la forza dei danzatori ma anche la loro sensibilità e musicalità. Gli spettatori lo hanno interpretato ciascuno in modo diverso e ciascuno aveva ragione. Questa la magia di Fallen».
Il successo dei Balletboyz è dovuto a...
«Alla nostra curiosità. Ci annoiamo facilmente, così vogliamo sempre sperimentare. Nella compagnia ci sono poi giovani artisti meravigliosi che contribuiscono in questo».
Qual è la maggiore difficoltà nel lavorare in una compagnia di danza?
«Si potrebbe pensare che dieci artisti creativi messi insieme abbiano per forza dei conflitti, ma non è il caso dei BalletBoyz. In tournée i danzatori lavorano insieme e passano il resto del tempo insieme, sono i migliori amici e si sostengono a vicenda. La cosa più difficile è scegliere quale opportunità seguire».
L’importanza della musica nei vostri lavori?
«Molta, una brutta colonna sonora può rovinare una coreografia. Per Forteen days abbiamo lavorato molto con i musicisti e ognuno ha creato qualcosa di diverso, ciascuno ha contribuito a completare le idee del coreografo».
Vi manca il lavoro con danzatrici donne?
«All’inizio facevano parte della compagnia anche donne, solo dopo il nostro ritiro sono subentrati danzatori più giovani e è diventata una compagnia tutta al maschile. In alcune produzioni abbiamo lavorato anche con danzatrici e abbiamo avuto sempre bellissime esperienze. Non escludiamo che in futuro possano unirsi alla compagnia».