Glicine, rampicante amato Fiore orientale e antico
Il glicine è un rampicante conosciuto da tutti, sta aggrappato alle ringhiere delle villette di periferia, o abbarbicato alle imponenti balaustre marmoree delle dimore di campagna. Sembra una pianta europea: eppure il primo esemplare giunge in Europa nel 1724. Solo nel 1816 il glicine cinese arriva in Inghilterra. Il suo nome botanico è Wisteria. Il genere conta quattro (alcuni sostengono sei) specie orientali e due nordamericane.
Sono essenze molto antiche: gli archeologi le hanno ritrovate in reperti fossili di ventisei milioni di anni fa. Robustissime, vigorose: quando sono adulte, le loro radici si accordano con alcuni microrganismi e creano simbiosi con certi funghi che forniscono loro l’azoto necessario e altri elementi nutritivi come fosforo, acqua eccetera. Appena spunta dal ramo, il germoglio chiede l’aiuto del vento per attorcigliarsi al primo sostegno che incontra: e qui si palesa la sua prima particolarità. Se non trova appoggi entro due metri, il germoglio lignifica e non si avvolgerà più. La seconda particolarità è ancora più curiosa: esistono glicini (quelli di origine giapponese) che si attorcigliano in senso orario o “destrorso”, e altri, quelli cinesi e americani, si avvitano in senso antiorario, verso sinistra. Pare che ciò dipenda dalla loro origine e anche dal centro di gravità della terra, almeno così ho letto.
Il glicine ama terreni fertili e profondi e un posto soleggiato, ma si adatta bene anche a situazioni più difficili. Non ama però calcinacci (calcare) vicino all’apparato radicale. Ha una crescita molto veloce; chi ne vuole acquistare, è meglio si rivolga a vivai affidabili, perché le piante ottenute da seme costano poco, ma non fioriscono. Fioriscono male anche quelle ottenute da talea. Le migliori sono quelle propagate per innesto. Diffidate di quelle fornite senza l’etichetta. Acquistate solo glicini già fioriti. Le radici danneggiano i muri, bisogna pensarci quando si mette a dimora il nuovo acquisto, isolando il muro con fogli di plastica molto robusta. I rami, se crescono incontrollati, deformano il ferro (stranamente non il legno). Non vanno perciò lasciati crescere a piacimento, ma accompagnati lungo le ringhiere o le balaustre,senza farli attorcigliare.
La potatura è una scienza che va imparata: meglio chiedere consiglio. Nei primi anni, i tagli dovranno essere eseguiti in modo da stimolarne la fioritura. Sulle specie sinensis, floribunda e brachybotrys dev’essere drastica, lasciando solo 4-6 gemme. Durante l’estate si esegue una potatura «verde» al fogliame, per far maturare le gemme fiorifere, accorciando i rami ancora verdi fino a sei gemme. Si eliminano poi i polloni che crescono alla base. angolodeigiardini@gmail.com