Profughi, casa sotto tiro Condanna dei sindacati
Fiamme a un B&b. La Provincia: «Ferma condanna». Sindacati: «L’accoglienza è un valore»
Atto intimidatorio contro una struttura di San Lorenzo Dorsino che nei prossimi giorni accoglierà dei richiedenti asilo. Ignoti hanno dato fuoco a una porta finestra. «L’accoglienza è un valore» replicano i sindacati.
«Condanniamo con TRENTO fermezza questo vile atto intimidatorio e rilanciamo il nostro impegno per cercare, tutti insieme, al di là delle diverse posizioni, di svelenire il clima politico, fomentato da chi vuole solo esasperare i toni». Sono le parole con cui il presidente della Provincia Ugo Rossi ha espresso il proprio biasimo nei confronti degli autori del presunto attentato incendiario che ha colpito il bed and breakfast «La casa di Wilma» di San Lorenzo Dorsino.
Un serramento da riparare, alla peggio da sostituire, e un muro da ritoccare con il pennello. Il danno materiale causato alla porta finestra della struttura ricettiva è roba da poco, quello che pesa è il messaggio che i presunti vandali hanno voluto lanciare. Nella notte fra domenica e lunedì ignoti avrebbero appiccato un piccolo incendio a ridosso del serramento della struttura. Stando alle prime ricostruzioni le fiamme sarebbero scaturite da un pezzo di diavolina e spente poco dopo dagli stessi autori del gesto. Si tratterebbe, al momento si tratta di ipotesi, di un atto intimidatorio nei confronti del proprietario del b&b che ha messo a disposizione della Provincia la propria struttura per l’accoglienza di otto richiedenti asilo. La voce del contatto fra la proprietà de «La casa di Wilma» e il Cinformi circolava in paese da qualche giorno, trovando posizioni favorevoli e contrarie.
«Istituzionalmente non possiamo che condannare l’atto vile, ringraziare l’amministrazione per la posizione responsabile, rassicurare che si procederà con il massimo coinvolgimento di associazioni e comunità, perché se si coinvolgono le persone ospitate in attività di volontariato, dopo poco tempo tutto rientra nella normalità — commenta l’assessore provinciale Luca Zeni — Politicamente però non posso non rilevare che è un atto coerente con un clima avvelenato da chi usa il proprio ruolo per fomentare anziché per costruire soluzioni». Dure critiche sono arrivate ieri anche da parte dei segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil: «Non è con la violenza o alimentando strumentalmente le paure che si gestisce la presenza dei profughi sul nostro territorio — sottolineano Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti — L’accoglienza è un valore che declinato insieme al diritto alla sicurezza, non è sicuramente con atti intimidatori che si creano soluzioni». Pur di fronte a «sensibilità diverse sulla gestione dei rifugiati», secondo i tre sindacalisti «accogliere chi fugge da guerre, persecuzioni politiche o miseria è un atto doveroso a cui la nostra comunità tutta non può sottrarsi».
In Trentino si sono già verificati episodi simili nel recente passato. Nel marzo dell’anno scorso venne presa di mira l’ex casa dei sordomuti di Roncone a cui venne bruciata una porta mentre in precedenza, nel novembre del 2016, i vandali attaccarono una struttura di Lavarone dove sono stati accolti dei richiedenti asilo.