Cestari: «Positivo il confronto tra visioni diverse»
Il presidente contrattacca: «Da Tomasi un’idea superata. La società trentina è più aperta»
TRENTO «Credo che visioni, storie ed esperienze diverse, se messe a confronto l’una con l’altra non possano che essere un fattore positivo per lo sviluppo delle nuove generazioni. Abbiamo bisogno di cittadini liberi e consapevoli, non di persone che seguono il gregge acriticamente». È con queste parole che Enzo Cestari, presidente della Federazione Schützen del Welschtirol, risponde all’attacco lanciato da Tomasi in merito all’incontro degli Schützen nella scuola elementare di Rovereto.
Cestari, che inizialmente si era ripromesso di non intervenire «per non cadere nel circolo vizioso della polemica», si è sentito in dovere di trasmettere alcuni concetti che il «buonsenso vorrebbe fossero scontati ma che per alcuni, evidentemente, non lo sono».
I passaggi a cui si riferisce il presidente delle penne bianche sono quelli in cui «da un lato il nostro ingresso a scuola rappresenterebbe una nostra legittimazione non dovuta e, dall’altro, a quello in cui Tomasi afferma che noi non avremmo la preparazione pedagogica, didattica e storica per affiancare gli insegnanti e rapportarci con gli alunni».
Tesi che Cestari trova alquanto curiose perché «come Schützen — spiega — non abbiamo mai pensato di sostituirci o affiancarci agli insegnanti nel loro preziosissimo lavoro e poi, mi sembra che gli Schützen non siano né la prima né l’unica associazione che entra nelle scuole per portare la propria testimonianza ed i propri progetti. Come è concesso ad altri sodalizi di presentarsi agli alunni con il loro bagaglio di tradizioni, esperienze e testimonianze, ciò dovrebbe essere concesso anche a noi Schützen. Ovviamente dopo aver fatto le debite richieste alle istituzioni scolastiche che, nella loro piena autonomia, decideranno quali attività portare avanti».
«Quella del signor Tomasi — spiega il presidente — mi sembra una visione ormai superata che vuole decidere a priori chi ha il diritto e la dignità di entrare in contatto con il mondo della scuola e chi, invece, deve restarne per forza escluso. Per fortuna la società trentina, molto spesso, ha una visione molto più aperta che valuta le iniziative sulla base del merito e non di infondati pregiudizi».