Poli: «Immaginare i futuri, pensare il cambiamento»
Presentata la quinta edizione del master universitario di Sociologia in previsione sociale
TRENTO «Una buona occasione nella vita si presenta sempre. Il problema è saperla riconoscere e a volte non è facile». È questo l’incipit di «Un indovino mi disse», famoso libro di Tiziano Terzani che nel 1993 decise di non prendere nessun aereo dopo aver incontrato un indovino che gli predisse il futuro. Ed è proprio di futuro o meglio, di futuri possibili e di ipotesi di scenari e di strategie, che si discuterà all’interno del master, presentato ieri a Palazzo Trentini, in Previsione sociale attivato al dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’università di Trento. Roberto Poli direttore del master e docente della Cattedra Unesco sui Sistemi anticipati, spiega che il corso «si distingue dagli altri non solo perché si occupa di futuro, ma anche perché cerca persone diverse tra di loro. Abbiamo bisogno di persone diverse perché portano conoscenze e punti di vista differenti. I partecipanti provengono sia dal mondo delle aziende pubbliche sia da quelle private e anche dal settore della cooperazione. Ognuno porta il proprio punto di vista che arricchisce il confronto nel gruppo».
Il master, che prevede 200 ore di lezione, di cui 30 online, è giunto alla quinta edizione e si pone l’obiettivo di formare la classe dirigente con uno sguardo lungo sul futuro.
«Bisogna ragionare su finestre di vent’anni e oltre anche se — spiega ancora Poli — non è facile. Per questo, bisogna passare da idea di futuro a idee di futuri, al plurale. Una costruzione di immagini su tempi medio lunghi in modo da capire i possibili scenari. In modo tale che se “io azienda” vedo un problema o un’opportunità mi faccio trovare pronto».
L’idea del futuro è appartenuta a tutte le società ma, prosegue il direttore, «nel ventesimo secolo, in maniera più evidente dagli anni settanta in poi, abbiamo perso le competenze e la capacità di guardare avanti. Se non abbiamo idea di dove andare non si va da nessuna parte. Il problema del futuro è che non siamo in grado di vederlo, facciamo fatica a fare i conti con l’ampiezza dei cambiamenti».
La giornata di presentazione del master è stata anche occasione per svolgere un vero e proprio «esercizio di futuro». I presenti, suddivisi in quattro diversi gruppi, sono stati coinvolti nella produzione di possibili visioni e strategie d’azione per risolvere un problema, come quello dei dissesti idrogeologici, legato al futuro.
«Noi viviamo in una specie di illusione cognitiva che non ci aiuta ad intercettare i cambiamenti — ha affermato Poli — il futuro è qualcosa che ha a che fare con i cambiamenti e le sorprese, il passato non è più in grado da solo di darci indicazioni sufficienti su come affrontarlo. Qualunque cosa sarà il futuro sarà molto diversa dal presente».