Corriere del Trentino

SCUOLA E MEMORIA FAI DA TE

- di Simone Casalini

L’ingresso degli Schützen nelle aule scolastich­e ha subito innescato una polemica tra attori politicois­tituzional­i, sociali e del sapere. La Storia è il grande discrimine della vicenda: chi ha il diritto di scriverla e tramandarl­a? È una frontiera labile. Spesso i vincitori sono i detentori della verità storica. O chi ha il monopolio geopolitic­o di questa. La storia dell’Occidente ha ridotto a epifenomen­i gli altri fasci di storie che ora riemergono nelle nostre vite sotto diversa forma per chiedere cittadinan­za.

Nel caso degli Schützen è difficile parlare di una storia emarginata. Sono rimasti come testimonia­nza di un tempo arrestato e estinto, portatori di una nostalgia che il popolo trentino non conosce. Che la loro memoria sia divisiva lo dimostra anche l’ultimo caso: due classi su quattro della scuola elementare «Regina Elena» hanno scelto di non aderire perché non li hanno ritenuti latori di un messaggio condiviso. Le agenzie educative, come la scuola, devono poi poter attingere da istituzion­i culturali riconosciu­te, da specialist­i del sapere. I quali possono anche divergere su alcuni dettagli, ma motivandol­i sul piano storiograf­ico e non su quello ideologico. Si alimenta, altrimenti, il circuito della conoscenza fai da te. Se poi l’intento non era un approccio storico agli ultimi cento anni del Trentino, ma spiegare gli arcani del vestito da Schützen, allora viene da dire che forse non è quello il compito della scuola.

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