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Parte a maggio il progetto per sostenere i ragazzi autistici: sono undici i giovani coinvolti
TRENTO L’università come luogo di incontro dove le diversità possono imparare a dialogare. Il rettore Paolo Collini ha salutato così il progetto «Neurodiversità-Università», ideato dall’ateneo per dare un supporto alla vita universitaria, relazionale e sociale di studenti e studentesse con neurodiversità. Un’iniziativa unica in Italia e tra le prime in Europa a mettere l’accento sui soggetti con disturbi dello spettro autistico che non riescono a mettere in luce i talenti per un modo differente di elaborare stimoli e informazioni, emozioni e pensieri.
Il progetto, nato in seno al Dipartimento di psicologia e scienze cognitive di cui è responsabile Paola Venuti e con la collaborazione del delegato per il supporto alla disabilità dell’ateneo Paolo Macchi, è stato curato da Carolina Coco ed Ezio Elasdi del Laboratorio di osservazione diagnosi e formazione. Diverse le linee di azione previste. «Innanzitutto attività per favorire la socialità con incontri di gruppo sul metodo di studio e attività per potenziare le competenze comunicative ed espressive» spiega Elasdi. «Stiamo identificando nel nostro team i referenti che accompagneranno i ragazzi alla scoperta del mondo digitale ma anche nella visione di film o laboratori teatrali». Saranno invece altri studenti i protagonisti del servizio di tutoraggio: giovani con qualche anno di esperienza dell’ambiente universitario che si faranno mediatori tra i ragazzi con neurodiversità e l’intero complesso dell’istituzione universitaria. E ancora, un attento supporto psicologico per aiutare studenti e studentesse a comprendere le difficoltà e a gestirle per vivere al meglio non solo l’esperienza universitaria ma anche l’ingresso nel mondo del lavoro.
Accanto a queste attività direttamente rivolte alle persone con diagnosi l’iniziativa pone l’accento anche sulla formazione di docenti e studenti, con l’obiettivo di imparare a rapportarsi in maniera ottimale con persone con neurodiversità, e sul supporto per le famiglie. Come hanno ricordato Coco ed Elasdi, molte diagnosi vengono formulate tardivamente e anche i parenti hanno bisogno di essere informati per comprenderne il significato. Una diagnosi che, è importante sottolineare, non va interpretata in chiave negativa, ma al contrario rappresenta il pieno riconoscimento di una diversità dal quale si può partire per un miglioramento delle condizioni di vita e lavoro. Ad oggi sono 11 i ragazzi già intercettati che saranno coinvolti nel percorso, provenienti da 7 facoltà. L’intero complesso di attività di «NeurodiversitàUniversità» è in partenza per il mese di maggio, ma sono già attivi i numeri di telefono 0464 808116/15 e la mail neurodiversita@unitn.it.