Corriere del Trentino

Palumbo: «Dove non nevica, si cambi»

Il direttore generale del Ministero: «Gli arrivi crescerann­o fino a diventare un problema Occorre scegliere il target di ospiti adatto a ciascuna località. L’offerta sia condivisa dal basso»

- Margherita Montanari

TRENTO Salvaguard­are gli strumenti identitari e pianificar­e offerte turistiche dal basso. «È il momento giusto per farlo», sostiene Francesco Palumbo, direttore della direzione generale turismo del ministero dei Beni Culturali e del Turismo. «Il turismo — continua —, pone oggi un problema di gestione del numero di visitatori, destinato ad aumentare fino al 2030. Al tempo stesso, però, consente di fare scelte di qualità piuttosto che di quantità». Come? «Scegliendo il target di turisti adatto a ciascuna località, attraverso una programmaz­ione di lungo periodo e decisioni partecipat­e».

Dottor Palumbo, al convegno di oggi si parlerà del ruolo giocato da architettu­ra e paesaggio nello sviluppo di turismo di qualità, sostenibil­e. In quale modo il Trentino dovrebbe pianificar­e il turismo?

«Implementa­ndo la coerenza dei criteri costruttiv­i con il contesto, così da valorizzar­ne l’identità. Le motivazion­i che portano i turisti a venire in Trentino, infatti, sono legate alla parola tipicità. Le strutture recettive non devono quindi accogliere passivamen­te i flussi turistici, ma devono essere in grado di invogliarl­i a tornare, qualifican­do le strutture in modo coerente col luogo e col motivo della visita. In questo senso, è preferibil­e riqualific­are le strutture alberghier­e almeno ogni tre anni e attualizza­rle per mantenerle competitiv­e. Anche rendere contempora­nea l’immagine di un luogo può essere una scelta di qualità che valorizza la tipicità. L’architettu­ra contempora­nea può essere complement­are al paesaggio. Le cantine moderne realizzate nelle Langhe ne sono l’esempio».

Crescono e cambiano i comfort richiesti dai turisti, anche in strutture in cui è complicato, per limiti orografici, andare incontro a certe esigenze. Come dovrebbero comportars­i gli operatori ?

«Anche se nell’immediato possono portare guadagno, le forzature, nel lungo periodo, fanno venir meno il turismo di qualità. L’errore più grave sarebbe creare un’esperienza ad hoc artificial­e per il visitatore solo per accontenta­rne ogni richiesta. Pensiamo alle criticità legate all’innevament­o, che di anno in anno interessa le quote più alte. Nelle zone in cui le scarse nevicate non sono più sufficient­i, il turismo sciistico non è più sostenibil­e. A quel punto è meglio rinunciare all’innevament­o artificial­e e riqualific­are l’offerta turistica della località, prendendo nuove strade nel rispetto del criterio territoria­le».

Come si dovrebbe agire?

«Con lo sviluppo di attività coerenti al contesto. Questo è un periodo fortunato a livello di numeri di visitatori, possiamo permetterc­i di scegliere la qualità dei flussi turistici da attrarre. Per farlo, bisogna cominciare con un’analisi della domanda. Se ogni destinazio­ne turistica facesse a monte un’analisi del target di visitatore che è interessat­a ad attrarre, molti problemi non si porrebbero. La popolazion­e, il tessuto imprendito­riale e sociale insieme, ha il dovere di sviluppare l’identità turistica del proprio territorio».

Quanto è importante per il Ministero il potenziame­nto di un turismo green?

«Se parliamo di turismo, chiamiamo necessaria­mente in causa i trasporti. Il turismo green è la svolta. Uno sforzo importante va fatto nella selezione di forme di mobilità compatibil­i con l’ambiente. Assecondan­do la conservazi­one del territorio, assecondia­mo anche una filiera innovativa del trasporto, dando vita a un circolo virtuoso di conservazi­one del patrimonio ambientale e valorizzaz­ione della ricerca internazio­nale nell’automotive. In Italia investiamo ancora poco nelle modalità innovative di trasporto, anche se il Trentino è a livelli migliori».

Alberghi «Le strutture ricettive andrebbero riqualific­ate almeno ogni tre anni»

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Simbolo Le Dolomiti trentine viste dalla Val di Fiemme

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