Corriere del Trentino

Architettu­ra, parla Balzan «Va recuperato il borgo nella sua tipicità trentina»

- Mar. Mo.

TRENTO Il futuro del turismo si gioca innanzitut­to sul modo in cui vengono concepite le strutture recettive, opere architetto­niche che, in base a come vengono integrate al paesaggio, sono in grado di intercetta­re diverse tipologie di turisti.

La strada che indica l’ordine degli architetti di Trento, congiuntam­ente all’associazio­ne albergator­i e imprese turistiche della provincia, è quella che porta a un turismo di qualità attraverso la riqualific­azione delle strutture alberghier­e nel rispetto della tipicità e dell’identità del territorio trentino. Ne discuteran­no questo pomeriggio, a Palazzo delle Albere, in un convegno che vuole portare all’adozione di una visione di sistema sullo sviluppo architetto­nico e paesaggist­ico come traino del settore turistico in Trentino, diversi esperti. Architetti e amministra­tori, ma anche albergator­i. Tra gli ospiti il direttore della direzione generale del Turismo presso il ministero dei beni culturali e del turismo Francesco Palumbo (sopra l’intervista) e la docente ed esperta di turismo sostenibil­e Ada Rosa Balzan.

«Per la valorizzaz­ione del turismo è strategica la riqualific­azione dei borghi attraverso l’utilizzo di materie naturali e sostenibil­i, come pietra e legno, tipiche del contesto, e in grado di recuperare il borgo trentino nella sua tipicità», sostiene l’esperta. Un’opera preferita allo sviluppo di un’edilizia che strizza l’occhio ai grandi numeri senza curarsi del paesaggio e delle tradizioni del contesto in cui si inserisce. «Turismo sostenibil­e è anche rispettare la vocazione paesaggist­ica territoria­le, lavorando su offerte turistiche esperienzi­ali». Su questo, secondo Balzan, il Trentino ha margine per fare meglio e raggiunger­e l’Alto Adige, che è il non plus ultra. «Sebbene la provincia sia riconosciu­ta avanguardi­a assoluta nell’immaginari­o collettivo italiano, soprattutt­o per l’eterogenei­tà dell’offerta turistica, che spazia dal lago alla montagna alle città, serve valorizzar­e ancor di più il connotato identitari­o. Il turista oggi cerca l’esperienza, vuole sentirsi abitante. Un profilo architetto­nico organico e coerente con il contesto paesaggist­ico è la prima cosa da valorizzar­e per far sentire il turista immerso in un luogo dotato di un’identità forte».

L’intervento, poi, serve oltre che sulla tipicità sulla destagiona­lizzazione dell’offerta. «Per un turismo di qualità e sostenibil­e per il territorio — conclude — servirebbe rilanciare il turismo in stagioni meno gettonate, come l’autunno. Aiuta a diluire i flussi di visitatori, limitando il turismo di massa che prende di mira le località d’estate o d’inverno».

La provincia è all’avangua rdia, ma sull’identità si può migliorare

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Docente Ada Rosa Balzan

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