Comitato bioetico, Casonato bissa «Dai migranti nessun contagio»
vuoto istituzionale, in attesa dell’esecutivo che verrà, il premier ha infatti provveduto a rinnovare le cariche. Organo consultivo della presidenza del consiglio, il Comitato svolge sia funzioni di consulenza per il governo sia per il parlamento, gli enti locali e le associazioni. Non solo: decide in autonomia quali sono le tematiche che meritano approfondimento. «L’intento è occuparsi di questioni concrete, di temi che toccano davvero il presente», spiega il docente.
L’attività dell’ultimo mandato ha dato risposte a domande (e paure) di oggi. «Abbiamo formulato un parere sul tema dei flussi migratori per capire la rilevanza sulla salute — spiega Casonato – Abbiamo quindi dedicato ampio spazio ai dati, alle statistiche che smentiscono il pensiero in base al quale gli stranieri siano vettori di malattie per gli italiani». I numeri dicono il contrario: «In termini generali, il flusso migratorio non aumenta i contagi, piuttosto sono i migranti che, a causa delle condizioni di vita in cui versano, si ammalano delle medesime patologie che mediamente affliggono le fasce più povere della popolazione».
Ancora: il comitato s’è occupato dell’aumento delle patologie legate all’invecchiamento della popolazione, Alzheimer e demenza senile in testa. «Abbiamo quindi messo in luce la disomogeneità dei livelli di trattamento fra regione e regione». Medesima considerazione quando il Comitato si occupò di cure palliative. «I principi giuridici ci sono — precisa — Ciò che manca è l’applicazione omogenea».
Tra i pareri più complessi c’è poi quello chiesto dalla Regione Lazio che nel 2014 interrogò il Comitato sul da farsi, in seguito a uno scambio involontario di gameti in un centro di procreazione medicalmente assistita. «In quell’occasione abbiamo puntualizzato che non si può togliere il figlio a una donna che l’ha portato in grembo solo perché biologicamente appartiene a un’altra donna, pur consapevoli del dolore che affligge la coppia titolare dei gameti». Un caso complesso, inimmaginabile sino a qualche decennio fa nell’assenza delle tecniche di procreazione oggi disponibili.