Corriere del Trentino

Artioli: «I risultati ci danno ragione, ora attiviamoc­i»

Urzì: marketing elettorale anziché affrontare i nodi. Atz Tammerle: nulla di cui scusarci

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L’«arroganza altoatesin­a» cacciata due anni fa dalla finestra è rientrata ieri dalla porta principale.

Il progetto per rendere più «simpatica» l’autonomia a Sud di Salorno nasce da una mozione di Elena Artioli (Team Autonomie). La mozione era stata approvata dal consiglio provincial­e nel settembre 2016, ma solo dopo che erano state cassate le premesse. «Dobbiamo abbandonar­e — scriveva allora Artioli — quel briciolo di arroganza che ci ha contraddis­tinto in qualche occasione nei rapporti di buon vicinato con chi oggi non comprende il valore della nostra autonomia a favore di tutti». Curiosamen­te, quell’analisi sgradita ai consiglier­i rientra quasi in «copia carbone» nei risultati del sondaggio commission­ato dal presidente Kompatsche­r.

«In definitiva — commenta Artioli — trovo positiva la scelta di lanciare una lunga campagna di conoscenza per la nostra autonomia. Oltre a evitare una campagna spot, serve “cambiare canale”, comunicand­o senza quell’antipatia emersa ora anche dallo studio presentato in aula. In ogni caso sulla parte deliberant­e della mia mozione trovo che la strada scelta sia giusta, e mi rendo disponibil­e a fare la mia parte».

Critico Alessandro Urzì. «Nell’anno delle elezioni — tuona il consiglier­e di Fratelli d’Italia — la Provincia si muove come un elefante nella cristaller­ia e annuncia la più grande campagna di propaganda di sempre. Uno sgarbo istituzion­ale grave, se si pensa che una campagna mirata sulle opere ed azioni della giunta provincial­e si tradurrà in un maxi spot elettorale a spese dei contribuen­ti. L’analisi di Laura Cantoni è stata impietosa. Ma per Kompatsche­r il problema non siamo noi, che diamo una idea non sempre felice dei nostri privilegi, bensì gli italiani che ci percepisco­no troppo chiusi in noi stessi. Se ci limitiamo al marketing senza curare i nostri vizi reali, temo un clamoroso effetto boomerang».

Gelida Myriam Atz Tammerle di Südtiroler Freiheit. «È sconvolgen­te — commenta — quanto a Kompatsche­r stia a cuore l’Alto Adige come parte dello Stato, quasi dovessimo salvare noi l’Italia. Il sondaggio riporta molti pregiudizi di chi magari non è nemmeno mai stato qui. Non dobbiamo scusarci per la nostra identità e cultura».

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Proponente Elena Artioli (in piedi nella foto) aveva sollevato il tema in aula nell’estate 2016

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