VOLGARITÀ MINANO IL DIALOGO
Il caso degli Schützen a scuola mi ha messo in uno stato di profondo scoramento. Pur condividendo le opinioni espresse dal preside Alberto Tomasi, da Quinto Antonelli e da Simone Casalini in un fondo esemplare, non ho grandi timori. Immagino che i bambini delle scuole elementari, quando si vedranno in classe quei signori così bardati, con buffi cappelli con un curioso e indefinito piccolo pennacchio, penseranno a un prolungamento del carnevale, o a uno spettacolo in costume. Il che non dovrebbe portare loro molto danno. A darmi profondo scoramento è stata invece la reazione scomposta del capo del governo provinciale, Ugo Rossi, che evidentemente quando si sente messo alle strette o criticato manifesta interamente se stesso, senza pudori. L’espressione sprezzante intellettualoide, che ha così prontamente sfoderato, è una tipica espressione fascista, sempre servita per negare legittimità e rilevanza alle opinioni critiche. È un’espressione non solo politicamente inaccettabile, ma anche esteticamente ripugnante. A Rossi però non basta e rincara la dose. Il preside Tomasi non solo sarebbe un intellettualoide, ma è un «intellettualoide da salotto». E sappiamo che i salotti sono riservati ai deboli e agli imbelli, comunque remoti dai sani e ruvidi principi popolari. Rossi ha vinto in volgarità le felpe populiste. Mi chiedo come sia possibile, nel prossimo futuro, confrontarsi con un politico che ha un tale disprezzo per l’intelligenza e per la cultura.