«Un vagone solo non basta l’abbiamo più volte segnalato»
«Era ora che qualcuno si interessasse». Giovanni guarda il fotografo, sospira, poi chiede di non farsi riprendere. «Preferisco di no» dice. Ma di cose ne ha tante da raccontare, perché quel treno, il Regionale 5500, lo prende tutti i giorni.
Capelli brizzolati, camicia scura ha un maglioncino sulle spalle, è seduto nell’ultimo vagone, sceglie quasi sempre lo stesso posto. Sale a Trento ogni mattina per raggiungere Bolzano dove lavora come geologo. Giovanni non nasconde un certo disappunto per la situazione che si è creata sul Regionale Borgo-Bolzano. «È insostenibile» dicono i passeggeri. «Un tempo era diverso — spiega — qualche anno fa c’era l’Intercity, era bello veloce, costava come il Regionale ed era spazioso. Poi l’hanno tolto, non so perché e ora ci si trova tutti i giorni a combattere per un posto a sedere. Si rischia di azzuffarsi, i problemi iniziano a Trento, ma si acuiscono a Mezzocorona e poi a Ora». Nulla da dire sui treni. «Sono puliti, ben tenuti, ma un solo vagone non basta, ci sono tre scompartimenti, sono pochi. Solo il lunedì aggiungono un vagone quando devono portare il treno a fare la revisione, in quel momento si sta bene, poi si ricomincia con i problemi di spazio».
I giorni più critici, spiegano i passeggeri, sono il martedì, il mercoledì, ma anche il giovedì il treno è sempre pieno. «Abbiamo più volte segnalato il problema ai ferrovieri, ma ci hanno detto che loro non possono fare niente» spiega Giovanni. C’è chi, alla fine, ha rinunciato alla mobilità sostenibile e ha ricominciato a viaggiare in auto. «C’è un mio amico medico — spiega il geologo — che un tempo prendeva il treno e ora è tornato alla macchina».
Ma in Trentino c’è anche un problema di parcheggi. Sono pochi. «E costano — continua il professionista — i parcheggi nelle stazioni sono tutti a pagamento, ci sono delle tariffe agevolate, a Ora invece è tutto libero».
«Talvolta vado anche a Venezia per lavoro — racconta — e non è agevole, perché anche la tratta della Valsugana è problematica».
I pendolari che lavorano in Alto Adige possono però contare sul pass Alto Adige, il Südtirol Mobil. Giovanni è trentino, ma ha preferito la card altoatesina. È un titolo di viaggio elettronico che può essere usato sui mezzi di trasporto: autobus, funivie e treni regionali. La tariffa dipende dai chilometri percorsi nell’arco dell’anno, vengono accreditati, più aumentano meno si paga. Si pare da 12 centesimi a chilometro per chi percorre fino a 1.000 chilometri, sopra i 20.000 chilometri cala a 0 centesimi. «È un ottimo strumento — commenta il professionista trentino — purtroppo in certe stazioni, come Rovereto, ad esempio, non c’è la macchinetta che legge la tessera. È utile, dovrebbero adottarla anche in Trentino, qui le tessere ci sono ma i costi sono più alti».
Giovanni C’è anche il problema parcheggi Pass Alto Adige, in Trentino? Costa di più