Corriere del Trentino

Regionale Borgo-Bolzano L’odissea dei pendolari «Stipati, senza spazio vitale»

- di Dafne Roat

Valigetta in mano, zaino sulle spalle, occhi assonnati. Le cuffiette nelle orecchie con la musica per ammazzare il tempo, c’è chi stringe il giornale tra le mani, chi infila gli occhiali e inizia a leggere un romanzo. Pochi parlano, è troppo presto. I ragazzi sembrano ancora avvolti dall’abbraccio di Morfeo. Sbadiglian­o, poi sorridono, un po’ goffi, all’amico vicino che mostra l’ultimo video girato sul telefono cellulare.

È il popolo dei pendolari. Prendono il treno per raggiunger­e l’ufficio o la scuola. Meglio la mobilità sostenibil­e. È una questione di ambiente, ma non solo. «La macchina costa troppo» dice un signore appoggiato allo schienale del sedile nell’ultima carrozza del treno regionale 5500 che percorre la tratta Borgo — Bolzano. «Poi c’è il problema dei parcheggi, è diventato impossibil­e trovare un posto libero» aggiunge un altro passeggero.

Partenza da Borgo alle 6 del mattino arrivo a Bolzano alle 7.43, il treno è diretto. Un viaggio un po’ lungo. Ma almeno non si è costretti a combattere contro il traffico e lo smog. Sono le 6.32 il treno arriva puntuale nella stazione di Pergine, sale un capannello di studenti. I ragazzi si guardano attorno, ci sono ancora tanti posti liberi, il vagone non è pieno, ma loro scelgono accuratame­nte i quattro disposti l’uno di fronte all’altro per essere più vicini.

Si parte. Povo, Villazzano, San Bartolomeo e Santa Chiara: il convoglio si ferma in tutte le fermate prima di raggiunger­e la stazione di Trento. Le Province di Trento e Bolzano stanno spingendo moltissimo sulla mobilità sostenibil­e, incentivan­do l’uso di autobus e treni, scoragnika giando i cittadini ad usare la macchina. «Ma si dovrebbero attrezzare meglio» sbuffa un uomo di mezza età. Capelli brizzolati, Giovanni vive a Trento, prende il treno tutte le mattine per andare a Bolzano dove lavora. «Si rischia di azzuffarsi per trovare un posto a sedere — spiega — c’è un unico vagone, è poco. I pendolari sono moltissimi».

Sono le 6.59. Il treno è appena ripartito dalla stazione di Trento. I posti nell’ultima carrozza sono quasi tutti occupati, ci sono solo un paio sedili liberi, ma alcuni ragazzi anticipano i tempi e si sistemano sugli scalini. «Vedrà da Mezzocoron­a in poi diventa pienissimo» spiega Christyn Gonzalez. È seduta a poca distanza da Giovanni, di fronte c’è la sua collega, Giovanna. Christyn lavora all’ufficio marketing della Sparkasse. «È così tutti i giorni anche peggio — spiega — solo qualche volta ci sono due treni attaccati, due vagoni e allora si sta un po’ meglio, ma capita raramente. Il martedì è uno dei giorni peggiori».

La prossima tappa è Mezzocoron­a, lì salgono numerosi passeggeri, ormai sono diversi quelli rimasti appoggiati ai pali di sostegno vicino ai portelloni di ingresso. Alle 7.28 il treno si ferma alla stazione di Ora -Auer. Non c’è più posto. Arriva una folla di passeggeri, si spingono un po’ per creare spazio. Sono tutti educati, ma qualcuno fa una smorfia perché non riesce neppure a girarsi. Sono ammassati. Il viaggio da Ora a Bolzano è un’odissea. Non ci si sta, i passeggeri cercano di tenersi in piedi. D’altronde basta una piccola frenata e si rischia di finire a gambe all’aria. «Pensi che oggi (ieri per chi legge) è meglio del solito, il venerdì è meno affollato» spiega Mo- Holzer mostrando le foto sul cellulare delle giornate più infernali. «Guardi qui» dice. Monika questa volta è riuscita a sedersi. «Un miracolo — sorride, incornicia­ta da una nuvola di capelli biondi e ricci — talvolta non si riesce neppure a slacciarsi il giaccone». Di fronte a lei c’è il gruppo di amiche: Eva, Sara, Ulrike e Erika. Ormai si conoscono tutti sul Regionale, i passeggeri hanno imparato le abitudini l’uno dell’altro. «Il venerdì va meglio, ma ci sono alcune giornate in cui non c’è neppure lo spazio vitale» aggiungono. «L’estate è più tranquilla, c’è, però, il problema delle bici, non ci sono gli studenti, ma i turisti» continua Erika. «Non si capisce perché c’è un vagone solo nell’orario di punta» aggiunge Sara.

«È curioso perché il treno precedente è più lungo ed è quasi sempre vuoto, perché è questo il treno più frequentat­o perché arriva puntuale per l’orario di inizio lavoro» interviene Francesco. Lui è trentino e quasi tutti i giorni prende il regionale per Bolzano. «Ci sono state alcune volte che i passeggeri sono rimasti in stazione, non c’era più posto» aggiunge. «Questo treno è gestito dalla provincia di Trento, le due Province non riescono ad accordarsi, servirebbe una gestione regionale» sbotta Luciano, appoggiato alle porte della prima carrozza. «Io sono trentino, lavoro a Bolzano, questo treno è gestito dal Trentino — polemizza — quello di ritorno è gestito dalla provincia di Bolzano ed è più lungo. È un altro mondo».

Alle 7.45 il treno si ferma nella stazione di Bolzano, è in ritardo di soli due minuti. Il fiume di pendolari scende, sono pronti per una nuova giornata di lavoro. «Arrivederc­i» dicono. «Al prossimo viaggio sul Regionale 5500».

Christyn La situazione diventa più critica da Mezzocoron­a Martedì il giorno peggiore

 ?? (Fotoserviz­io Rensi|Nardelli) ?? I pendolari A sinistra il fiume di pendolari che da Ora salgono sul treno. A fianco tre amiche di Ora lamentano i disagi a causa dell’incredibil­e affollamen­to del convoglio
(Fotoserviz­io Rensi|Nardelli) I pendolari A sinistra il fiume di pendolari che da Ora salgono sul treno. A fianco tre amiche di Ora lamentano i disagi a causa dell’incredibil­e affollamen­to del convoglio
 ?? (Foto Nardelli\Rensi) ?? Affollato I passeggeri stipati ieri mattina sul Regionale BorgoBolza­no
(Foto Nardelli\Rensi) Affollato I passeggeri stipati ieri mattina sul Regionale BorgoBolza­no
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy