Tania difende gli altoatesini «Non siamo antipatici» Caramaschi: «Pregiudizi» La strategia I responsabili di Palazzo Widmann vogliono la tuffatrice come testimonial
«Non è vero che noi altoatesini siamo antipatici». Parola dell’ex campionessa di tuffi bolzanina Tania Cagnotto, volto vincente e conosciuto dell’Alto Adige nonché una dei possibili testimonial — assieme a Reinhold Messner — indicate dai vertici della Provincia per migliorare l’immagine dei sudtirolesi nel resto d’Italia. La Provincia intende infatti realizzare un’operazione - simpatia con lo scopo di rimediare alla percezione, da parte dei nostri connazionali, di «un malcelato senso di superiorità» degli altoatesini, come certificato da un sondaggio tra 600 persone in diverse città d’Italia.
Tania Cagnotto, che in futuro potrebbe venire contattata come testimonial (ma si tratta per ora solo di un’ipotesi), interviene nel dibattito assicurando che, in base alla sua esperienza personale di atleta che ha girato mezzo mondo, «gli altoatesini non vengono percepiti come antipatici». Spiega Tania: «Per molti anni ho incontrato e conosciuto moltissimi atleti di altre regioni d’Italia, e non ho mai avuto l’impressione che vi siano dei pareri negativi nei confronti di noi altoatesini. Certo, è comunque vero che, se paragonati ai meridionali, siamo un po’ più freddi e anche meno ospitali. Mi fa piacere — conclude Cagnotto — che qualcuno abbia pensato a me come possibile testimonial, anche se finora non sono stata ancora contattata da nessuno e mi sembra quindi del tutto prematuro parlarne».
In merito alla percezione negativa registrata dalla ricerca, il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi commenta: «Credo che questa percezione derivi da un diffuso convincimento del fatto che siamo privilegiati, in quanto ricca provincia autonoma. A questo si aggiunge probabilmente anche un pregiudizio negativo nei confronti della popolazione di lingua tedesca, che forse viene percepita come antipatica. Si tratta però di luoghi comuni, che sono difficili da smentire in breve tempo. Inoltre i turisti italiani mi sembrano molto coccolati dagli albergatori locali, e quindi non credo che ci si possa lamentare. Credo quindi che con il passare degli anni questi pregiudizi dovrebbero venire meno. E noi — conclude il sindaco Caramaschi — dovremmo comunque cercare di migliorare questa percezione, comportandoci meglio e cercando anche di sorridere di più».
Secondo il primo cittadino di Merano, Paul Rösch, uno dei problemi è quello della comunicazione: «Se un sudtirolese non parla bene l’italiano può sembrare poco disponibile o presuntuoso, anche se magari non è così. Credo poi che venga invidiata la pulizia e l’ordine delle nostre città, ma questo non dovrebbe venire visto come un tratto negativo».
Continua dunque a far discutere la ricerca condotta dalla società specializzata milanese Astarea, illustrata l’altro ieri dalla curatrice Laura Cantoni nell’aula di consiglio provinciale. L’audizione nasceva da una mozione di Elena Artioli sulla necessità di rendere più «simpatica» l’autonomia, spesso al centro di attacchi sia dentro il Parlamento che da parte dell’opinione pubblica. Era quindi stato incaricato il dirigente provinciale Marco Pappalardo di elaborare una strategia di «sensibilizzazione sull’autonomia», di cui l’indagine è il punto di partenza.