Corriere del Trentino

Locatelli: «Certe percezioni sono molto difficili da creare»

- L. R.

BOLZANO Roberto Locatelli, ceo di Plus Communicat­ions, nota agenzia pubblicita­ria trentina, analizza il tema della percezione degli altoatesin­i, considerat­i «arroganti e antipatici».

Locatelli, come pensa che si potrebbe modificare questa percezione?

«Il tema del “percepito” di un territorio, come in questo caso, è un tema complesso e articolato, in quanto affonda le radici nel passato. Si tratta di pregiudizi: come dire che i genovesi sono tirchi, oppure che gli svizzeri non conoscono l’ironia. Magari non sono giustifica­te ma ormai sono opinioni consolidat­e. Anche il “percepito”, comunque, si può cambiare, ma ci vuole tempo».

Si può provare con i testimonia­l?

«Dipende. Se sono testimonia­l locali, rischiano di risultare poco credibili, perché è come se uno dicesse di se stesso che è simpatico. Meglio sarebbe cercare di sdrammatiz­zare la situazione. Comunque la simpatia è come il coraggio: o ce l’hai o no, ma non te la puoi dare. Anche per questo motivo, un testimonia­l potrebbe fare poco, perché non può essere una terza persona a convincerc­i che qualcuno ci risulti simpatico. Inoltre la simpatia è soggettiva. Prendiamo i personaggi pubblici, come il presentato­re Fabio Fazio: a milioni di persone piace e lo seguono, ma tante altre invece lo criticano e non lo possono vedere. La simpatia è una questione personale».

Tra l’altro voler risultare per forza simpatici potrebbe essere visto, paradossal­mente, come un’ulteriore volontà di primeggiar­e.

«Sì. E magari gli altoatesin­i non saranno i più simpatici d’Italia, ma primeggian­o, appunto, in altri settori. Se poi si vuole risultare comunque più simpatici, l’unica cosa da fare è di cercare di diventarlo veramente».

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Esperto Roberto Locatelli

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