Giorgio Canali rabbia rock
Sul palco la voce roca e ringhiante con la potente formazione dei Rossofuoco Il frontman si confessa: «Per lungo periodo non ho avuto più nulla da dire» Il chitarrista emiliano allo Smart Lab: «Concerto con la vecchia guardia»
La rabbia rock di Giorgio Canali & Rossofuoco sta per riversarsi giovedì sullo Smart Lab di Rovereto (ore 21). Il chitarrista emiliano torna finalmente in regione grazie all’evento organizzato dall’associazione Sideout in collaborazione coi ragazzi dello Smart Lab. Dopo il bel concerto dei Dunk di sabato scorso il rock torna a fare la voce grossa nella città della quercia grazie a uno dei suoi esponenti più autorevoli. Giorgio Canali è stato l’inconfondibile chitarra degli ultimi Cccp per proseguire con l’epopea gloriosa dei C.S.I, confluita poi nei Pgr. Da produttore ha curato gli esordi di gente come Verdena, Bugo, The Zen Circus e Le Luci della Centrale Elettrica e da almeno trent’anni nell’ambito del rock nazionale è un autentico punto di riferimento. Il suo percorso solista prende le mosse dallo scioglimento dei C.S.I. a fine anni ‘90 con “Che fine ha fatto Lazlotoz?”, in cui fa tutto da solo, e poi si stabilizza nella formazione dei Rossofuoco. In una manciata di album Canali riesce a unire mirabilmente l’anima rock e un’innata vocazione cantautorale con la sua voce roca e ringhiante al centro del progetto. Canzoni come “Questa è la fine”, “Precipito”, “Non dormi”, “Tutti gli uomini” e “Lezioni di poesia” danno la misura della grandezza del suo talento, capace di ruvidezze al limite del sostenibile e squarci di vera poesia. L’ingresso è di 10 euro.
Non sono tante le date assieme ai Rossofuoco e da tempo mancate dal Trentino: è più difficile suonare dal vivo oggi?
“Sicuramente una volta si suonava di più anche se non provo mai nostalgia per il passato. Stavolta saremo in trio con Luca Martelli alla batteria e Marco Greco al basso. Sicuramente il fatto che Luca, suonando nei Litfiba, sia un batterista molto richiesto riduce le date del gruppo. L’espediente “Rossosolo”, in cui mi esibisco da solo, mi consente però di coprire quei posti piccoli che non sarebbe possibile fare con la band. A Rovereto ci sono le condizioni per fare un concerto con quelli della vecchia guardia: suoniamo assieme dal 2002 e ormai per fare la scaletta ci guardiamo in faccia. I nostri live sono sempre un po’ improvvisati, difficilmente una scaletta è uguale a un’altra”.
C’è attesa per il nuovo disco di inediti dopo l’uscita di “Perle per porci” (2016): a che punto è la lavorazione?
“Ci stiamo lavorando da un po’ e spero si possa chiudere entro l’anno. La realtà è che per un lungo periodo mi sono reso conto di non avere più niente da dire. Alcune musiche risalgono al 2012, subito dopo la pubblicazione di “Rojo”, ma i testi non venivano fuori. Sarà che dopo tutte le parole scritte nell’arco di cinque dischi non è facile tirare fuori ancora qualcosa di intelligente. Comunque ho cambiato anche metodo provando a scrivere qualcosa da zero e qualcosa si è sbloccato. Quanto a “Perle per porci” è un disco di cover sui generis che ho voluto fare uscire in questa fase in cui le parole non mi escono. In realtà suona pienamente come se fosse un disco dei Rossofuoco a parte le parolacce e le bestemmie”.