GIOIE E DOLORI LUNGO I BINARI
Treni, gioie e dolori viene da dire osservando le due pagine che il
Corriere del Trentino, ieri, ha dedicato al tema della mobilità sostenibile. Da una parte Provincia, Comune, Rfi e ministero hanno sottoscritto un accordo per studiare la fattibilità tecnica ed economica dell’interramento ferroviario nell’ambito del capoluogo; dall’altra lungo la tratta Borgo-Bolzano i pendolari sono costretti a vivere un’odissea giornaliera, stipati dentro un convoglio che non è sufficiente a dare risposte a chi ha deciso di lasciare a casa la macchina, optando per una scelta improntata al risparmio e al tempo stesso ecologica.
La necessità di programmare il futuro cozza contro un quotidiano zoppicante, anche se sarebbe sbagliato generalizzare, visto che la situazione ferroviaria regionale raggiunge livelli soddisfacenti. Ci sono però delle fastidiose storture — il collegamento Borgo-Bolzano è una di queste — che se lasciate a una gestione provvisoria rischiano di vanificare gli sforzi compiuti in nome della tanto decantata mobilità sostenibile. Province e Ferrovie, come scriviamo oggi nelle pagine interne, sanno benissimo che l’ostacolo si rimuove unicamente acquistando un nuovo treno. Ciò comporta una spesa: ed è qui che si deve dimostrare di voler attuare veramente il famoso cambio di passo e di mentalità. Se non rendiamo appetibile la rotaia, torneremo a invogliare i cittadini a usare l’auto. Insomma, investiamo oggi per risparmiare domani.
Va salutata positivamente invece l’intesa raggiunta per valutare la fattibilità dell’interramento ferroviario cittadino. L’intuizione dell’architetto Busquets all’alba degli anni Duemila, quindi, non era una semplice boutade. Liberare parte del capoluogo dai treni significa innanzi tutto abbattere barriere e poi recuperare le molte aree oggi imprigionate tra le rotaie. Se non vogliamo che tale prospettiva rimanga solo una bellissima suggestione, come successe diciott’anni fa, le parti in causa devono crederci e avere il coraggio di non fermarsi al primo ostacolo. La costruzione del Tunnel del Brennero rappresenta pertanto un’occasione a cui aggrapparsi. Alla città di Trento va regalato un orizzonte degno di un capoluogo. C’è bisogno di uscire da una pericolosa mediocrità progettuale creando opportunità di sviluppo; perché solo così si potranno coinvolgere i privati. Ammesso che i privati abbiano superato la logica del contributo e siano pronti a compiere, pure loro, un salto di qualità. Le parole di Zobele fanno ben sperare.