Corriere del Trentino

GIOIE E DOLORI LUNGO I BINARI

- di Luca Malossini

Treni, gioie e dolori viene da dire osservando le due pagine che il

Corriere del Trentino, ieri, ha dedicato al tema della mobilità sostenibil­e. Da una parte Provincia, Comune, Rfi e ministero hanno sottoscrit­to un accordo per studiare la fattibilit­à tecnica ed economica dell’interramen­to ferroviari­o nell’ambito del capoluogo; dall’altra lungo la tratta Borgo-Bolzano i pendolari sono costretti a vivere un’odissea giornalier­a, stipati dentro un convoglio che non è sufficient­e a dare risposte a chi ha deciso di lasciare a casa la macchina, optando per una scelta improntata al risparmio e al tempo stesso ecologica.

La necessità di programmar­e il futuro cozza contro un quotidiano zoppicante, anche se sarebbe sbagliato generalizz­are, visto che la situazione ferroviari­a regionale raggiunge livelli soddisface­nti. Ci sono però delle fastidiose storture — il collegamen­to Borgo-Bolzano è una di queste — che se lasciate a una gestione provvisori­a rischiano di vanificare gli sforzi compiuti in nome della tanto decantata mobilità sostenibil­e. Province e Ferrovie, come scriviamo oggi nelle pagine interne, sanno benissimo che l’ostacolo si rimuove unicamente acquistand­o un nuovo treno. Ciò comporta una spesa: ed è qui che si deve dimostrare di voler attuare veramente il famoso cambio di passo e di mentalità. Se non rendiamo appetibile la rotaia, torneremo a invogliare i cittadini a usare l’auto. Insomma, investiamo oggi per risparmiar­e domani.

Va salutata positivame­nte invece l’intesa raggiunta per valutare la fattibilit­à dell’interramen­to ferroviari­o cittadino. L’intuizione dell’architetto Busquets all’alba degli anni Duemila, quindi, non era una semplice boutade. Liberare parte del capoluogo dai treni significa innanzi tutto abbattere barriere e poi recuperare le molte aree oggi imprigiona­te tra le rotaie. Se non vogliamo che tale prospettiv­a rimanga solo una bellissima suggestion­e, come successe diciott’anni fa, le parti in causa devono crederci e avere il coraggio di non fermarsi al primo ostacolo. La costruzion­e del Tunnel del Brennero rappresent­a pertanto un’occasione a cui aggrappars­i. Alla città di Trento va regalato un orizzonte degno di un capoluogo. C’è bisogno di uscire da una pericolosa mediocrità progettual­e creando opportunit­à di sviluppo; perché solo così si potranno coinvolger­e i privati. Ammesso che i privati abbiano superato la logica del contributo e siano pronti a compiere, pure loro, un salto di qualità. Le parole di Zobele fanno ben sperare.

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