Corriere del Trentino

«Credito coop, la Bce pretenderà tagli»

Bancari Uil, il segretario nazionale teme la riforma. Farace sostituisc­e Mosaner

- di Enrico Orfano

Il segretario nazionale della Uilca Masi esprime timori in merito alla riforma del credito cooperativ­o. «La Bce pretenderà tagli ai costi e aumenti di capitale dopo la nascita dei gruppi». Ieri era a Trento per il congresso provincial­e dei bancari della Uil, che vedranno il passaggio di testimone dal segretario uscente Mosaner a Farace. Alotti: «In Itas giusto che i lavoratori entrino nella governance».

TRENTO «Quando i gruppi del credito cooperativ­o passeranno sotto la vigilanza della Bce, verrà loro chiesto, come a tutte le altre banche, di ridurre i costi e aumentare il capitale». Questo è uno dei motivi per cui Massimo Masi, segretario nazionale Uilca ieri a Trento per il congresso locale, si è detto «estremamen­te preoccupat­o». Fra gli altri temi gettonati il contratto unico delle partecipat­e e Itas, per cui il segretario in pectore Salvatore Farace ha chiesto l’ingresso in consiglio di una rappresent­anza dei lavoratori.

Spesso gli addetti ai lavori a livello nazionale valutano criticamen­te — al contrario di quanto avviene in Trentino — la polarizzaz­ione del credito cooperativ­o, con la nascita delle capogruppo Iccrea e Cassa centrale banca. Ieri Masi ha affrontato la questione: «Avere a che fare con due banche significa che il contratto nazionale Federcasse non si rinnova, perché sono stati dichiarati 6-7mila esuberi. La Bce pretenderà tagli e aumenti di capitale: saranno in grado? Ciò mi preoccupa. A questo punto — prosegue — spero si vada verso un contratto unico Abi-Federcasse, con alcune specifiche da agganciare a una base comune». Allargando lo sguardo, Masi punta il dito sui «300 miliardi di Npl, che sono case, fabbriche, strade, che le banche italiane stanno cedendo a prezzi stracciati» e sulla prospettiv­a dell’addendum, «che renderà ancor più difficile erogare credito alle imprese, lasciando spazio al private equity e al Fintech».

Sulla riforma più cauto Walter Alotti, segretario generale Uil Trentino: «Quella di Cassa centrale è una partita di ancora non sappiamo l’esito. Ovviamente ci auguriamo che sia positivo. Ma non so per quanto la mente del gruppo potrà stare in Trentino. E nemmeno il cuore. Sarebbe grave per la provincia, perché così non ci sarebbe più nessuna banca con sede locale». Più concentrat­o sulla partita sindacale Farace, che innanzitut­to rivendica il pungolo della Uilca per la realizzazi­one di fusioni fra le Casse rurali: «Da tempo sostenevam­o che questo sarebbe stato un passaggio obbligato: infatti siamo passati da 45 istituti ai 25 di fine 2017». Ma «cosa comporterà la nascita del gruppo di Ccb in termini di unione contrattua­le? Sollecito gli addetti a informare i sindacati e a coinvolger­e i loro rappresent­anti sul futuro del gruppo nazionale». Al momento, infatti, non essendo ancora nati i gruppi, i sindacati mancano di un interlocut­ore. «Le cause maggiori di stress — ricorda il segretario in pectore della Uilca — sono l’incertezza e il cambiament­o».

Altro tema caldo e con levatura nazionale è Itas e il cambio di governance dopo un anno dall’inizio degli scandali, «uno shock ancora non rientrato — commenta Alotti —. In un momento in cui si parla di partecipaz­ione dei lavoratori nelle aziende, c’è la richiesta di rientrare nella governance di Itas, fatta dalla Uilca, sindacato più rappresent­ativo. Non per avere potere di scelta gestionale, ma per avere informazio­ni e controllo del management, per prevenire le cattive gestioni». Sulla stessa linea Farace, che però sente che in Itas si frena: «I governanti e i manager vogliono fare i moderni quando si tratta d’imitare gli altri Paesi Ue, ma si richiudono quando si parla di partecipaz­ione». Parlando di Itas il segretario nazionale Masi menziona un incontro in cui da un rappresent­ante della compagnia gli venne rappresent­ata la necessità «di essere più smart. Ma se un’azienda più smart significa sospendere i diritti, allora io sono slow. Io difendo tutti, specialmen­te gli ultimi».

Infine le partecipat­e della Provincia, il cui disegno di contratto unico è bloccato. «Qui si stanno introducen­do iniziative che hanno creato malessere in altri settori. Perché si usa il copia-incolla per produrre piani industrial­i?» si chiede Farace.

Deteriorat­i «Le banche italiane stanno cedendo a prezzi stracciati 300 miliardi di Npl»

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(Fotoserviz­io Nardelli) Passaggio Maurizio Mosaner e Salvatore Farace, che sarà nominato segretario
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L’intervento Ieri a Trento al congresso Uilca ha parlato il segretario nazionale Massimo Masi

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